Cinema: Emanuela insegna a Sesto il mestiere dell’attore

Pistoia – Emanuela Mascherini è un’artista toscana. E’ molto apprezzata per le sue opere cinematografiche, alcune di essere recentemente premiate perché di alto spessore sociale. I temi trattati mai banali, interpretazioni davvero uniche ed autentiche fanno di questa “ persona” un personaggio davvero da porre sotto i riflettori.
Toscana di origine, per la precisione di Poggio a Caiano dove ha vissuto fino a vent’anni circa, “il periodo della formazione primaria” dice Emanuela “ il periodo in cui ho attraversato biograficamente i dolori più enormi, il periodo anche della maggiore vulnerabilità e dei baci rubati nel giardino della Villa Medicea, e questa è la parte più bella”.

Emanuela, benvenuta a Pistoia, Capitale della Cultura 2017. E grazie per l’incontro. Posso chiederti prima di tutto, con quale appellativo tra questi, è quello che maggiormente senti tuo? Devo definirti regista, attrice o scrittrice?
Non saprei scindere l’una dalle altre. Semplicemente Emanuela.

Sappiamo dalla stampa ed i media che il tuo corto è stato allo short film corner dell’ultimo Festival di Cannes, cosa hai provato?
Lo short film corner è forse il più grande mercato al mondo per quanto riguarda i cortometraggi. Mi è sembrata una grande opportunità per entrare in contatto con buyers e distributori internazionali. Lo è stata.

Ed hai camminato, quindi, sulla famosa Promenade de la Croisette. Sono curiosa, da donna a donna. Come è stato, quale sensazione hai avuto?
E’ stato scomodo, perché in queste occasioni devi per forza metterti i tacchi, ma anche fiabesco. Ovvio. Sembra che tutti, in maniera trasversale e a modo loro prendano parte per un attimo al grande spettacolo che è il cinema. Non sono mai stata affascinata dal divismo, ma ero in sala per la prima di “You were never really here” di Lynne Ramsey con Joaquin Phoenix. Le grand théatre lumière è una sala da 2400 posti, che registra ogni sera il tutto esaurito. C’è un’energia talmente forte in quel luogo, una ritualità, una grandezza, che per un attimo che tu sia un attore Hollywoodiano o un semplice spettatore puoi provare sulla pelle il potere enorme e sconfinato che ha il cinema, una sala con migliaia di persone  in un unico respiro con il film. Impagabile leggere l’emozione anche in un attore come Joaquin Phoenix. Non ho mai provato niente di simile in nessun altro Festival.Lo credo bene. Ed il momento più bello vissuto?
Sicuramente uno. Hanno avuto dei problemi tecnici per la proiezione ed il mio “corto” è stato proiettato una volta anche senza sottotitoli. Il pubblico in sala era internazionale: vedere che sono rimasti sprofondati nella poltrona anche in quella occasione, rapiti dal film, è stato per assurdo uno dei più grandi premi che potessi ottenere.

Ma, esattamente, di cosa parla il tuo” Offline?
Rapporti virtuali, incomunicabilità ai tempi della bulimia della comunicazioni.

Quindi, in pratica, rappresenta un po’ il nostro tempo, nel quale navighiamo proprio nel mare della profonda incomunicabilità, nel grande mare della comunicazione. Un paradosso, non credi?
Si.
emanuela mascherini
 
Tu sei sia regista che protagonista di questo Corto, difficile questo doppio ruolo, immagino…
Per me no, è biologico. Nasco come attrice, è chiaro ma il mio percorso da regista ha preso forma prima di tutto dalla necessità come attrice di dominare il mezzo cinematografico e veicolare sullo schermo contenuti che mi sembrava importante esplorare.

Immagino già tu abbia nel cassetto dei progetti, quali?
Certo, ho progetti sia come attrice, scrittrice, che come regista, ma parlo solo di quello che ho già fatto.

Ed oltre a tutto ciò, che già mi pare abbastanza, c’è spazio anche per altre passioni nella tua vita?
Passioni? Tante. Amo le mostre d’arte contemporanea, la fotografia, i concerti, il circo e soprattutto la strada. Sono nutrimento per me. Ma amo anche le piante grasse e mi sto dedicando da qualche tempo alla creazione di un progetto importante, di un servizio sanitario di cui sono ideatrice e che stiamo cercando di far partire con la Fondazione ONLUS Attilia Pofferi di Pistoia. Questa più che passione è uno dei progetti più necessari ai quali abbia mai partecipato, perché davvero sento importante questo tema. Ma di questo, ne racconterò prossimamente

E….poi? Che altro? Abbiamo saputo che è in partenza un percorso formativo da te condotto, possiamo dire una scuola di recitazione. Giusto?”
Avrà inizio proprio questo week end presso il “LaboratorioNove LabHouse” a Sesto Fiorentino. Per me è un momento di ricerca, perché insegnando si impara due volte

Me ne vuoi parlare Emanuela?
Si tratta di 4 week end intensivi (2/3 dicembre, 10/11 febbraio, 10/11 marzo, 14/15 aprile) presso il Laboratorionove LabHouse, è dedicato sia a professionisti che vogliono mettere a fuoco la differenza tra recitazione cinematografica, teatrale e televisiva, che a non professionisti che desiderino iniziare un percorso di studio valorizzando i propri mezzi espressivi, durante il quale si affronteranno nei tempi e nei modi tutte le problematiche che un attore deve saper affrontar durante la lavorazione cinematografica.
Trattandosi di un lavoro individuale ogni laboratorio andrà in approfondimento rispetto a al lavoro svolto in precedenza. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere qui: info@laboratorionove.it

Indubbiamente interessante. Insomma sei proprio un’iperattiva!
Lo sono sempre stata, ma d’altra parte perché aggiustarmi? Come diceva Gassman: “Un’attore perfettamente sano è un paradosso

Parlaci del -dopo Offline- a quale progetto hai lavorato o stai lavorando?
Ho lavorato come attrice in due film e poi web serie, spot e teatro. I film sono: IN BICI SENZA SELLA, AA.VV. commedia grottesca sul precariato che è stato in Sky on demand, e OKLIM di Milko Cardinale, girato in parte anche a Prato che uscirà nel 2018. Sono due film ai quali tengo molto anche affettivamente perché li ho seguiti fin dalla loro nascita. Come già detto, questo è ciò che ho realizzato, di quello che verrà ne parlerò poi. Perdonami.

Quale film o libro, che in qualche modo ti ha fatto riflettere a tal punto da incidere sul tuo percorso professionale e/o di vita?
Faccio sempre una gran fatica a scegliere qualcosa di particolare, perché suggestioni ed influenze mi sono arrivate davvero da tante opere. Proverò a citarne alcune. Per par condicio di un uomo e di una donna: “Stoner” di Edward Williams, “Paura dei 50” di Erika Jong, “Somewhere di Sofia coppola, “Ferro 3” di Kim ki-duk. Negli ultimi anni ho sviluppato anche una strana “pedagogia dell’errore”, se così si può chiamare, nelle opere cerco quello che non funziona per evitare di cadere nelle stesse trappole

Carina questa sottolineatura. Allora, sentiamo da te, chi è stata, od è, una tua fonte di ispirazione
Posso dirti che sono di nuovo un uomo e una donna. Uno su tutti: Anton Čechov e questo nome non ha bisogno di presentazioni. Poi Natalia Ginzburg. E anche qua non c’è molto da spiegare.  Poi però ci sono molti altri artisti, che non posso citare per non dilungarmi, che mi influenzano in maniera differente per aspetti diversi della loro ricerca. Di ognuno in particolare adoro leggere le biografie, il percorso biografico che li ha portati a certe opere e a certe scelte. Questa è forse la parte più illuminante. Di Cechov ad esempio ho amato “Vita attraverso le lettere.

E dimmi, c’è un regista od un attore in particolare con cui vorrebbe collaborare?

I desideri non si svelano, altrimenti non si realizzano. Una cosa però vorrei dirla: credo che in Italia ci sia molto talento e poco spazio. E non mi riferisco assolutamente a me, anzi, credo di essere stata molto fortunata. Penso sia a colleghi attori, che a autori emergenti. Alcuni costretti ad andare all’estero, non per scelta, ma per necessità. Se da un lato questo porterà a opere di un’apertura nuova, dall’altro stiamo dilapidando un patrimonio culturale e questo mi dispiace molto.

Come in altri ambiti, sempre lo stesso problema. Spostandoci, appunto, all’estero, in quale altro Paese ti piacerebbe lavorare?
Francia o Stati uniti…li amo molto per motivi differenti. Della Francia amo la tutela e la cura che hanno del proprio cinema anche dal punto di vista legislativo, degli Stati uniti, dove mi sono anche formata, il pragmatismo e l’industria che sono riusciti a costruire. Anche se sinceramente il tipo di cinema che amo e che cerco di continuare a fare non credo verrebbe mai prodotto negli Stati Uniti. Forse nell’indipendente, questo sì

Se mai, un giorno dovesse accadere, cosa porteresti con te, della tua Toscana?
Il sole, le colline, i fegatini, la causticità ironica dei toscani e la qualità della vita. Non so quanto i toscani siano consapevoli del livello di qualità di vita che conducono qua in Toscana. E’ uno dei pochi luoghi dove ho vissuto in cui le esistenze sono ancora a “misura d’uomo”

Oggi immagino tu non viva più, per ovvie ragioni, a Poggio a Caiano. Ti immagino cittadina del mondo, ma con base nelle nostre Capitali, giusto?
Si, infatti. Abito a Roma, ma spesso torno a Firenze, e quando posso (molto raramente) scappo a New York.

Sarebbe bello poter, un giorno trasmettere qualche storia ambientata in Toscana, magari proprio qui a Pistoia, che nel 2017 è stata la Capitale della Cultura. Che ne pensi?
Una bella idea, sono stata di recente a Pistoia, proprio perché premiata per il mio Corto presentato ad un evento in città. Trovo che sia deliziosa e tranquilla, culturalmente molto viva e animata da locali su La Sala. Alcuni iscritti vengono anche da Pistoia. Chissà che un giorno non sia possibile tornare a girare proprio a Pistoia…

 

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