Firenze – Si viene pagati a pezzo, a oggetto realizzato, a credenza disegnata e a traduzione eseguita. E’ il lavoro 2.0, quello precario “qualcuno dice”, nuovo e atipico per noi della generazione “Partita Iva” e del “posto fisso non so cosa sia”. Così il bistrot “Jonny Bruschetta” di via de’ Macci, in zona Sant’Ambrogio, va incontro alla generazione dei pranzi “dove andiamo oggi, bisogna risparmiare” con un menu low cost: un primo, una bruschetta o una insalatona a otto euro (con un contorno, un dolce e un caffè si arriva a 10).
Non è solo una offerta commerciale, c’è di mezzo anche il colesterolo, quindi la salute: infatti gli ingredienti sono a chilometro zero grazie alla selezionata spesa dello chef Maro Rosi, che ogni giorno di buon mattino si reca al vicino Mercato con la lista degli ingredienti. Tra le novità la bruschetta al cacciucco e quella al lampredotto.
E poi per chi non mangia la carne il venerdì c’è quella al baccalà. Sulla “carta” una cinquantina di ricette da alternare a seconda delle stagioni, tra spaghetti, risotti, zuppe, carpacci di carne e pesce, fritti sfiziosi e ricche insalate. Gli spaghetti con il cavolo nero e salsiccia sono i manager del menù. Johnny, il titolare, ha la barba ordinata ed è sempre sorridente.