Ciance da Bar Sport – Atto XI

Tante nuove inutili regole. Ma ne bastava solo una: il tempo effettivo.
Dopo la moviola in campo, non sarebbe il caso di dare un’altra svolta epocale al sempre più noioso gioco del calcio introducendo il tempo effettivo, in modo da stroncare simulatori e furbetti, ma anche abolire tempi morti, restituendo così al pubblico il maltolto (perché pagare il biglietto per una partita di 90 minuti che ne dura in realtà 40)?
Molte delle ultimissime e inutili nuove regole sono state varate proprio per evitare situazioni confusionarie (no comment sul tocco di mani in area) e perdite di tempo. Perché si sa, puntare dritti al tempo effettivo era troppo scontato e banale. Meglio allora far uscire il giocatore sostituito dalla linea di bordocampo più vicina (non male, dai), poter rimettere la palla in gioco da fondo campo all’interno dell’area di rigore (eh la peppa), non permettere agli attaccanti di allungare la barriera dei difensori sulle punizioni (corbezzoli) o abolire la palla a due (‘sti grandissimi…).
Però in compenso il portiere può continuare a tenere il possesso palla per un quarto d’ora, le punizioni non pericolose si possono battere più avanti o più indietro, a seconda della convenienza, sotto lo sguardo compiacente dell’arbitro, i falli laterali si possono battere dieci metri più avanti rispetto al punto esatto, e senza limiti di tempo, se uno finge un infortunio non c’è pezza che tenga, va in scena tutto il cerimoniale, comprensivo di funerale.
Quando introdurranno il tempo effettivo sarà sempre troppo tardi…

Una regola che mette a dura prova il quoziente intellettivo.
A proposito di nuove regole. Ce n’è una che sta mettendo a dura prova l’evidentemente non eccelso quoziente intellettivo di tecnici e giocatori. Sul rinvio dal fondo non è più necessario che i giocatori della squadra che rimette in gioco stiano fuori dall’area, si può giocare corto (e a quel punto si viene pressati dagli attaccanti avversari). “Sai che roba” starete giustamente pensando. Si può tranquillamente continuare a rinviare lungo, come prima. Troppo facile. In questa estate di amichevoli tossiche se ne sono viste di tutti i colori…pur di non continuare e rinviare lungo. Ma perché? Perché rischiare di perdere una palla in area? Che senso ha? Chisseneimporta se il regolamento ti consente di fare anche (sottolineiamo “anche”) una cosa diversa rispetto a prima? Se non c’è nessuno nei paraggi ok, rimetti in gioco corto e via. Ma se gli avversari sono piazzati al limite dell’area, cosa impedisce ai tuoi neuroni di far partire l’input del rinvio lungo?
E’ come se modificassero la viabilità di un incrocio e ti dicessero: da domani puoi girare anche a sinistra, non solo a destra. E dal giorno dopo tu girassi sempre e solo a sinistra.

Durante una telecronaca
“Ha vinto la squadra meno favorita, forse”.
Possiamo azzardare che ha vinto la sfavorita, quindi?

Durante una telecronaca
“In partite come queste, gli episodi possono fare la differenza”.
In tutte le altre partite invece no. Se subisci un gol fa lo stesso, è un episodio marginale.

Per non dimenticare.
Gira e rigira, c’è sempre la Rai di mezzo. Anche perché non essendo malati del dio pallone, non sappiamo cosa siano i canali a pagamento.
Imprescindibile intervista realizzata da Antonella Scarnati alla moglie del ct Antonio Conte, nel pregara di Germania-Italia (campionati europei 2016).
Moglie di Conte: – In bocca al lupo a questa Italia, che merita di andare avanti (infatti andrà fuori, ma questo è un altro discorso, ndr).
Scarnati: – E’ l’Italia del lavoro, che lavora, questa è la cosa importante.
Moglie di Conte: – Sì, sì…non mi fare dire niente, perché sono troppo emozionata.
Scarnati: – Come vedi Antonio, qual è il suo stato d’animo?
Moglie di Conte: – Carichissimo, fiducioso, sarà una partita difficilissima, ma bisogna crederci.
Scarnati: – Questi ragazzi che lo seguono…
Moglie di Conte: – …in tutto e per tutto.
Scarnati: – Che cosa c’è dietro…quello che lui dice…tu che lo conosci bene?
Moglie di Conte: – Appartenenza a questo colore e, come dice lui, cuore e gambe.

Ci sarebbe da farsi una risata, se non fossimo costretti a pagare il canone.

(fine undicesima puntata)

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