E all’improvviso tutti esperti e cultori di calcio femminile (e di Luna Rossa).
Gente che stava alzata di notte per vedere una regata (era una regata?) e al mattino, al bar, parlava di “strambate” e “skipper” come se non avesse fatto altro in vita sua, pur avendo visto il mare solo in cartolina: dai tempi di Luna Rossa non si assisteva a un’esaltazione popolare simile. Evviva il calcio femminile, come è bello il calcio femminile, portatore dei valori più sani e più puri, come sono brave e pure belle le calciatrici, che bello il mondiale femminile, finalmente il giusto spazio a uno sport bistrattato e via, tutti sul carro, paladini del professionismo rosa invocato dalle dirette interessate. Con tanto di ricevimento dell’Italdonne al Quirinale.
Ora, a bocce ferme, pur riconoscendo che tanto è stato fatto, si può dire che ancora tanto c’è da fare, parlando dell’abc, ovvero della tecnica individuale delle giocatrici? Nel volley e nel tennis le atlete nulla hanno da invidiare ai colleghi maschi, anzi, in molti casi li superano se parliamo di gesti tecnici puri e semplici, ma nel calcio? Vedere in un mondiale – quindi teoricamente nel top del top – litigare con la palla quando il ritmo si alza, svirgolare e rinviare alla buona, tirare in porta come viene…uhm… Si dirà che anche nel noiosissimo calcio maschile si vedono gli stop a inseguire. Sì, ma non in un mondiale e nemmeno in Serie A (sulla B e sulla C non garantiamo). Si può dire senza passare per sessisti, maschilisti e misogini? O bisogna incensare e basta?
L’adorazione per la Spagna.
Ah, che spettacolo la Spagna, ah, come gioca bene la Spagna, ah, che bel possesso palla spagnolo, ah, che attitudine hanno gli spagnoli, ah, che tecnica e che tattica sopraffine. Premesso che non si capisce come mai non vincano ogni partita minimo minimo 10-0, vista la schiacciante superiorità, i cronisti Rai durante la finale dell’europeo Under 21, vinta dalla Spagna 2-1 contro la Germania (non 20-1 eh, ma solo 2-1), a forza di esaltare gli spagnoli sono riusciti in un’impresa epica: far tifare gli spettatori per i tedeschi.
Durante una telecronaca.
“Fa molto caldo, ogni persona umana ha bisogno di acclimatarsi”.
Fondamentale la specifica “umana”, grazie.
Durante una telecronaca.
“E’ una finale dominata soprattutto da una squadra”.
Ergo si può anche dominare in due la stessa partita? Siamo sicuri sicuri sicuri?
Per non dimenticare.
Germania-Italia, post partita in diretta Rai. Nel giorno in cui l’Italia reale piange 9 vittime reali di un attentato reale (1 luglio 2016, Dacca), Gigi Buffon e Andrea Barzagli, quindi nemmeno due ragazzini alle prime armi, piangono (letteralmente) per la dolorosa eliminazione dall’Europeo 2016. Barzagli in particolare frigna come un bimbo “perché nessuno si ricorderà di questa Nazionale”. Un problemone, rispetto ai morti ammazzati.
Collegato in studio Flavio Insinna cerca di ristabilire l’ordine e la priorità delle cose, imboccando la via del profilo basso. Invano. Il bordocampista Fabrizio Antinelli prima illude (“Inutile nasconderlo…”) poi vira immediatamente su Germania-Italia (“…la delusione è tanta”). Attentato già archiviato, nessuno si azzarda a dire che le lacrime di Buffon e Barzagli in un giorno del genere sono ridicole. Insinna ritenta e offre un assist al mister-filosofo Sacchi: “Non è semplice Arrigo, ma tocca a te iniziare”. Sacchi raccoglie subito l’assist…e calcia fuori dallo stadio: “Non è vero che la gente non si ricorderà di questa squadra seria, di grandi professionisti”.
Prima il calcio, chissenestrafotte di tutto il resto.
A posto così, grazie di tutto.
(fine decima puntata)