Petizione Cia Toscana: stop ungulati e predatori

“Adesso basta con gli ungulati e i predatori nelle campagne toscane. Siamo esasperati. Non ce la facciamo più”. Il grido d' allarme degli agricoltori della Cia Toscana, che non possono più aspettare e chiedono interventi risolutivi a quello che ormai rappresenta una vera e propria piaga economica per il settore rurale, è affidato a una petizione, in occasione delle assemblee provinciali in corso in queste settimane in tutta la regione, fino al congresso regionale del 13 febbraio.

L'urgenza è questa, difendere il reddito degli agricoltori, messo a rischio da ungulati e predatori; l’agricoltura, l’ambiente ed il paesaggio dalla catastrofe; le imprese ed i consumatori tutelando la produzione agricola; il diritto di tutti ad un agro-eco-sistema equilibrato che tuteli la biodiversità.

I numeri dell’emergenza – «Da anni assistiamo ad un aumento esponenziale della densità di cinghiali, caprioli, daini e cervi, predatori ed altre specie che invadono letteralmente le campagne toscane- sottolinea Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana -. I nostri allevamenti sono quotidianamente attaccati da lupi e cani inselvatichiti; migliaia di capi vengono uccisi ogni anno, mentre cresce costantemente il numero di aziende costrette a cessare l’attività». Dal Duemila ad oggi cinghiali e caprioli in Toscana sono raddoppiati. Si contano in Toscana oltre 400.000 ungulati ed un numero crescente di predatori, che impediscono agli agricoltori di produrre, danneggiano i boschi e l’ambiente, provocano incidenti alle popolazioni. La densità dei cinghiali è ormai a livelli spaventosi: per ogni 100 ettari di territorio ci sono in Toscana almeno 20 cinghiali, mentre il Piano Faunistico Regionale prevede 0,5-5 capi ogni 100 ettari. All’enorme numero di cinghiali si aggiunge un numero quasi uguale di caprioli, in costante aumento. Per ogni agricoltore ci sono ormai 5 capi ungulati, un carico quasi raddoppiato in cinque anni. 10 milioni di euro di danni produttivi sono stati accertati dagli ATC negli ultimi 5 anni, ma i danni economici ed imprenditoriali sono in realtà assai superiori. Inoltre – denuncia la Cia Toscana – numerose specie non cacciabili, dallo storno al piccione, creano danni che nessuno risarcisce.

Interventi urgenti –  La Cia Toscana chiede subito il risarcimento totale dei danni diretti ed indiretti causati da ungulati e predatori; inoltre aggiunge Pascucci «un’azione decisa per attuare entro il  2014 gli obiettivi del Piano Faunistico Regionale; un Piano straordinario per riportare la presenza e la densità della fauna selvatica e dei predatori in equilibrio con il territorio; interventi di contenimento della fauna selvatica nei parchi e nelle aree protette; una profonda revisione delle normative comunitarie, nazionali e regionali, a partire dalla Legge 157/92, per tutelare la biodiversità e dare certezze agli operatori».

L’appello – «La gravità della situazione è riconosciuta ma dobbiamo constatare, ed è ancora più preoccupante, l’attuale stato di inerzia. Lanciamo un appello alle istituzioni – conclude Pascucci -, agli atc, alle associazioni ambientaliste, alle associazioni venatorie, a tutte le forze politiche, sindacali, imprenditoriali e sociali, ai cittadini che hanno a cuore l’agricoltura. Chiediamo l’immediata convocazione dei consigli comunali, provinciali e regionale per affrontare l’emergenza faunistica».

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