Gli agricoltori della Bassa: “Fermare le trivelle nell’area Fantozza”

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E’ un no a procedere nella ricerca di idrocarburi nell’area della Bassa conosciuta come Fantozza, quello che ha espresso nella riunione di martedì 25 a Fabbrico nel Parco Cascina – organizzata dalla Regione per informare sulla questione – da Francesco Zambonini, responsabile di Cia (Agricoltori Italiani di Reggio Emilia per le vertenze).

“Le consultazioni effettuate con i nostri associati potenzialmente interessati – afferma – hanno messo in luce una sostanziale contrarietà a far accedere estranei nei propri terreni, ed i molti dubbi che circondano questa ricerca. Le forti perplessità degli associati ci fanno propendere per il soprassedere alla ricerca”.

“Abbiamo preso atto – afferma Zambonini – dell’atteggiamento della Regione, con gli assessori Costi e Gazzolo che hanno comunicato la richiesta al Governo di sospendere per sei mesi i permessi di ricerca alla società americana autorizzata, ed anche delle assicurazioni dei tecnici che negano l’esistenza di correlazioni tra indagini di questo tipo e movimenti sismici. Tuttavia, ci sembra che restino molte ragioni per non procedere oltre”.

“Si tratta infatti di un territorio (una vasta area che si estende per 102 chilometri quadrati tra i Comuni di Guastalla, Novellara, Campagnola, Fabbrico, Reggiolo, Rolo, Rio Saliceto e, per una parte più limitata, Novi e Carpi nel modenese) che ha già subito delle ferite; inoltre è un’area molto antropizzata, dove anche l’uso del suolo è da comprimere dato che molto è stato sottratto agli usi agricoli. E’ infine un territorio agricolo di prim’ordine, sia per produttività che per qualità dei prodotti che vi nascono e che vanno salvaguardati come un bene prezioso del territorio, della tradizione e dell’economia locale”.

“Per questo – conclude – riteniamo che dopo la sospensione di sei mesi annunciata, non si debba procedere oltre e si debbano annullare le autorizzazioni per la ricerca di idrocarburi. Bene fa la Regione ad interrogare la volontà dei cittadini del territorio interessato, in particolare degli agricoltori che rappresentano la parte più coinvolta”.

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