Le istituzioni locali e le organizzazioni sindacali si sono riservati di presentare una memoria in Tribunale per verificare la correttezza della procedura adottata. Si è tenuta questo pomeriggio 5 gennaio a Palazzo Ducale una riunione per la questione dell'azienda Panem di Altopascio. All'incontro erano presenti il Comune di Altopascio, gli assessori della Provincia di Lucca alle Politiche del Lavoro, Mario Regoli, e allo Sviluppo Economico, Francesco Bambini, i sindacati di categoria, le Rsu della 'Panem', il segretario provinciale della Cgil Giampaolo Mati, un rappresentante dell'azienda e un rappresentante del commissario giudiziale, dott. Rolando Brambilla, nominato dal Tribunale di Monza, lo stesso nominato per la questione del San Raffaele di Milano. Gli assessori Regoli e Bambini hanno sollevato perplessità sul modo in cui il gruppo Novelli ha acquisito il controllo della Panem e sui fatti che ne hanno fatto seguito, compresa la richiesta di concordato. “Questo – dichiarano gli assessori Regoli e Bambini – porta a pensare che l'operazione sia stata finalizzata a rilevare il marchio Panem e ad acquisire la relativa fetta di mercato, ma che porterà alla chiusura dello stabilimento di Altopascio, mentre l'altro sito di Muggiò, in Lombardia, continuerà l'attività produttiva”.
La proprietà dell'azienda ha negato di aver avuto interesse nel rilevare la Panem al solo fine di acquisire il marchio, ma ha ribadito che non sussistono le condizioni per una ripresa dell'attività nello stabilimento di Altopascio.
Il commissario giudiziale e la proprietà si sono impegnati ad attivare la richiesta di cassa integrazione che, vista la presenza di un altro stabilimento, quello di Muggiò, dovrà essere inoltrata al Ministero.
Gli assessori Regoli e Bambini hanno insistito sull'esigenza che la proprietà e il commissario valutino la possibilità di non fermare lo stabilimento di Altopascio e si riservano, insieme alle organizzazioni sindacali, di presentare una memoria al Tribunale e al commissario giudiziale dove verranno espresse le loro valutazioni e perplessità sull'operato portato avanti da parte del gruppo Novelli. (com)