Parigi – La Comedie Italienne, unico teatro italiano all’estero, chiude i battenti. Tagli alle sovvenzioni, crisi, paura del terrorismo che ha vuotato le sale parigine hanno fatto gettare la spugna al combattivo Attilio Maggiulli che quarantadue anni fa era riuscito con la moglie, la splendida attrice Helène Lestrade, a trasformare un commissariato di polizia all’ombra della Tour Montparnasse in un delizioso tempio della Commedia dell’Arte barocca. Senza che l’Italia desse mai un contributo (almeno da anni) né ora faccia un gesto nei confronti della “coppia Maggiulli-Lestrade che, scrive Guido Ceronetti, ha inventato un teatro italiano che parla francese classico divertendo ininterrottamente un pubblico sofisticato che si rinnova e gli tributa applausi nel passare degli anni”.
Nonostante il grande successo, critiche entusiaste, pubblico affezionato e sostegni più che illustri – da Strehler a Beckett, da Cartier Bresson a Calvino, da Arpino a Sciascia per non citarne che alcuni – Maggiulli ha sempre dovuto combattere contro una cronica mancanza di fondi. Per salvare il suo teatro e portarlo a festeggiare i suoi 40 anni di vita, è ricorso un paio di anni fa anche a un gesto estremo, lanciando la sua utilitaria come un ariete contro una cancellata dell’Eliseo. Un gesto clamoroso, di cui ha pagato le conseguenze con lunghi controlli e cure psichiatriche senza riuscire però a trovare una soluzione ai drammatici problemi finanziari della Comédie.
Il teatro è infatti riuscito ad andare avanti solo grazie agli aiuti del suo pubblico ma sempre più faticosamente. “Caro Arlecchino, non mollare, tieni duro” aveva scritto a Maggiulli tempo fa un bambino francese che aveva rotto il salvadanaio per mandargli il suo contributo di 5 euro al salvataggio del teatro. Un gesto che aveva commosso Maggiulli e fatto anche sperare in un futuro economicamente più tranquillo grazie all’incoraggiamento del pubblico francese cui aveva fatto conoscere il repertorio teatrale italiano. “Sono messaggi come questi che mi danno la forza di andare avanti” aveva commentato.
“E’ il momento di voltare pagina, anche se per me e per Helène è un grande dolore. “ ci ha invece detto ora Maggiulli, stanco di dover continuare a giostrarsi tra debiti e bollette. Il teatro ha chiuso proprio mentre aveva in cartellone uno dei suoi spettacoli più riusciti, “Une joyeuse et délirante villegiature”, ispirato dalla Trilogia della Villeggiatura con esilaranti innesti che portano in scena Goldoni, Casanova e Silvia, l’attrice preferita di Marivaux. Un gioiellino che ha avuto critiche entusiaste. Salvo miracoli dell’ultima ora, la scena rimarrà vuota. La tabella di marcia prevede ora la prossima vendita delle maschere e costumi che hanno tanto contribuito alla magia del teatro.
Poi, salvo ripensamenti o inattesi farsi avanti di generosi sponsor , cambieranno proprietario anche le mura dell’ex commissariato. E poi? Conoscendo Maggiulli, inossidabile uomo di teatro e di inesauribile inventiva, c’è da attendersi qualche bella sorpresa.
Foto: Attilio Maggiulli