Il pubblico ministero Isabella Chiesi ha chiesto il rinvio a giudizio per Pietro Drammis, 59 anni (foto home page), presidente del seggio numero 7 di via Montegrappa a Reggio durante le elezioni amministrative del maggio 2014: è accusato di aver alterato le preferenze su una trentina di schede durante la tornata elettorale in cui fu eletto l’attuale sindaco di Reggio Luca Vecchi.
Le indagini, avviate da una denuncia dei rappresentanti di lista del Movimento 5 Stelle, hanno portato a individuare la falsificazione di 31 schede elettorali, alle quali – in un secondo momento rispetto al voto – sono stati aggiunti tra le preferenze i nomi di Salvatore Scarpino e di Teresa Rivetti, entrambi candidati nelle liste del Partito Democratico e risultati poi eletti in sala del Tricolore (anche se non indagati in quanto ritenuti estranei dagli inquirenti alle accuse contestate a Drammis).
Durante le operazioni di spoglio era stata la rappresentante di lista e candidata del Movimento 5 Stelle Alessandra Guatteri a notare diverse schede che sembravano avere tutte la stessa calligrafia nella parte riservata alle preferenze. L’episodio sospetto era stato poi confermato e verbalizzato anche dalla rappresentante di lista del Pd.
Il giorno dopo la stessa Guatteri (anche lei risultata poi eletta in consiglio comunale e attualmente consigliera M5S in Comune), assieme alla deputata reggiana dei Cinque Stelle Maria Edera Spadoni, aveva presentato in procura un esposto sulle presunte irregolarità.
Secondo la procura reggiana Drammis avrebbe agito senza alcun complice e la sua posizione è aggravata dal fatto di aver agito in qualità di appartenente dell’ufficio elettorale.
Per questo episodio ed altre 4 vicende (la casa del sindaco, il caso Giuseppe Pagliani, le minacce “mafiose” all’onorevole Maria Edera Spadoni e le primarie Pd che hanno estromesso Franco Corradini), i cinquestelle hanno chiesto la nomina di una commissione d’accesso antimafia in comune a Reggio.