Prato – Nuova mossa dell’associazione “Per una banca in terra toscana”, costituitasi per opporsi all’ingresso di ChiantiBanca in Iccrea, sulla scia di quanto deliberato nell’assemblea presieduta da Lorenzo Bini Smaghi, nel mese di dicembre del 2016 (un plebiscito di 3.822 voti a favore, 2 astenuti e 2 contrari). Allora fu abbandonata l’idea della trasformazione della banca in società per azioni e l’adesione al gruppone delle banche cooperative Iccrea-Federcasse, per entrare nella holding coordinata dalla Cassa Centrale Banca del Trentino.
Un scelta motivata – sostengono gli oppositori – perché si condivideva già lo stesso sistema informatico, e da questo poi sarebbe nato il secondo polo degli istituti di credito cooperativi in Italia. Infatti in un futuro quanto mai prossimo la holding Trentina si appresta a diventare il sesto gruppo creditizio italiano, con requisiti patrimoniali allineati alle banche europee (20% di Cet1 ratio) e di conseguenza per la ChiantiBanca la possibilità di diventare la realtà più grande all’interno del raggruppamento e, al momento, l’unica in Toscana.
È questa tra le altre la motivazione che ha spinto Luciano Borri, socio dal 1972 ed ex vicedirettore della Banca del Chianti Fiorentino, una delle Bcc che hanno dato vita a Chiantibanca, ad accettare la presidenza dell’associazione che si avvale della competenza di Alessandro Giannozzi, docente di finanza aziendale all’Università di Firenze.
“Da soci non possiamo che segnalare il rischio che il valore stesso delle nostre quote sia in pericolo. La sovrapposizione che in Iccrea si creerebbe a livello territoriale con le altre banche di credito cooperativo (il 99% delle Bcc toscane ha scelto Iccrea, ndr) precluderebbe il futuro sviluppo di Chiantibanca”. Andare con Ccb invece “darebbe la possibilità di uno sviluppo territoriale mantenendo i livelli occupazionali, e rafforzando la situazione patrimoniale. In questo gruppo Chiantibanca è l’unica Bcc toscana insieme a Castagneto Carducci, assai più piccola e operante in una zona diversa”.
Ora in vista dell’assemblea straordinaria del 10 dicembre, Luciano Borri e Alessandro Giannozzi, temendo una scarsa partecipazione dei soci “meno soci votano più facile riportare ChiantiBanca all’interno di ICCREA”, chiedono ai vertici di Chiantibanca, l’adozione del voto elettronico via Internet. Uno strumento dice Giannozzi,-“per allargare la democrazia effettiva è quella di adottare, assieme al voto in presenza, il voto a distanza via internet.
Lo statuto ha già insita questa possibilità – sostengono – ed esistono già sul mercato soluzioni certificate, chiavi in mano e collaudate, che prevedono anche la fattispecie mista con l’Assemblea che si tiene fisicamente in modo tradizionale (chi è presente vota), integrata da una parte virtuale con voto espresso online da tutti coloro che non possono essere presenti. In questo modo si potrebbe passare facilmente dal 10% al 50% e oltre di voti validi, escluse deleghe”.