Chi tiene in vita la speranza

Perché questo mondo non è tutto da buttare

Roberto Fieschi

E’ quasi uno sport nazionale criticare gli aspetti negativi – che purtroppo esistono – della società intorno a noi: la scuola al disastro, l’Università che non premia il merito, la sanità scadente, gli uffici pubblici inefficienti, la Casta, e così via. Trascurando quel molto di positivo che pure c’è si fa un torto a tutte quelle persone, moltissime, che compiono appieno il loro dovere per il benessere di tutti noi, medici, impiegati, professori, e, perché no, anche politici. Ho sempre trovato medici e infermieri competenti e disponibili, impiegati e un servizio Anagrafe ottimi, conosco docenti appassionati e nel mio Dipartimento la gente lavora sodo, anche se meno di una volta, e la progressione di carriera, ora purtroppo bloccata, è (quasi) sempre per merito. Vivo in un mondo magico?

Naturalmente so che esistono molte difficoltà; mio figlio non sa ancora se in questo anno scolastico avrà almeno una supplenza di insegnamento, mia nipote non trova uno straccio di lavoro per contribuire a mantenersi agli studi. Ed io sono cosciente che appartengo a quella fascia di fortunati che riesce a far fronte a questi problemi in attesa di tempi migliori, mentre molti lavoratori sono alle prese con problemi ben più gravi, con licenziamenti e disoccupazione. Qui vorrei ricordare alcune grandi iniziative che ci mostrano il lato positivo dell’umanità. Mi riferisco a Medici Senza Frontiere, Emergency e Caritas. So bene che ne esistono molte altre, altrettanto importanti, che coinvolgono migliaia di persone di buona volontà che non vivono col miraggio della ricchezza e del potere.

Medici Senza Frontiere (MSF) è un’organizzazione internazionale privata che ha lo scopo di portare assistenza medica nelle zone del mondo in cui il diritto alla cura non sia garantito, senza porre discriminazioni di razza, religione, sesso o opinione. È stata fondata nel 1971 da alcuni medici francesi ed esercita attività di assistenza in più di 80 paesi. Nel 1999 ricevette il Premio Nobel per la pace “come riconoscimento per il lavoro umanitario pionieristico che l’organizzazione ha realizzato in vari continenti …. MSF ha aderito al principio fondamentale che tutte le vittime di un disastro, sia naturale sia di origini umane, hanno diritto a un’assistenza professionale, fornita con le maggiori celerità ed efficienza possibili. I Medici Senza Frontiere sono tenuti a seguire alcuni principi, fra i quali “in qualità di volontari, sono al corrente dei rischi e dei pericoli presenti nelle missioni che compiono astenendosi, quindi, dal reclamare, per sé o per altri aventi diritto, compensi diversi da quelli che l’associazione sarà in grado di fornire loro.” L’ultimo numero della pubblicazione di MSF che ho ricevuto (settembre 2012) tratta diversi argomenti: la nuova emergenza nel Sud Sudan; la crisi nutrizionale nel Sahel, dove ogni giorno muoiono per mancanza di cibo oltre 600 bambini e dove nel 2011 l’organizzazione ha preso in carico centinaia di migliaia di piccoli gravemente malnutriti. MSF ora rivolge un appello straordinario di raccolta fondi per aiutare oltre 120000 persone in fuga dal Sudan, per le quali ha avviato una risposta all’emergenza con oltre 350 operatori che fanno quasi mille visite al giorno e che provvedono acqua potabile e beni di prima necessità. E questo è solo uno dei molti esempi della attività di MSF.

Emergency è un’associazione umanitaria italiana, fondata il 15 Maggio 1994 a Milano da Gino Strada e dalla moglie Teresa Sarti, insieme a Carlo Garbagnati. Obiettivi di Emergency sono offrire cure mediche e chirurgiche gratuite e di alta qualità alle vittime della guerra e della povertà e promuovere una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Nata per fornire soccorso chirurgico nei paesi in guerra, l’associazione ha nel tempo esteso il raggio delle sue attività alla cura delle vittime della povertà in paesi in cui non esistono strutture sanitarie gratuite. Anche grazie al coordinamento e all’attività dei volontari sul territorio, l’associazione promuove attivamente i valori di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani . Emergency gestisce strutture sanitarie in Afghanistan, Iraq, Repubblica Centroafricana, Sierra Leone e Sudan. Sono stati portati a termine i programmi in Ruanda, in Eritrea, a Jenin in Palestina, a Medea in Algeria, in Kosovo, in Angola, in Nicaragua, in Libia, in Sri Lanka e in Cambogia.Tra i vari interventi realizzati, l’associazione ha costruito e gestisce ospedali dedicati alle vittime di guerra e alle emergenze chirurgiche, centri di riabilitazione fisica e sociale, posti di primo soccorso per il trattamento delle emergenze, centri sanitari per l’assistenza medica di base, centri pediatrici, centri di maternità e ambulatori mobili per migranti e persone disagiate, centri di eccellenza.

La Caritas Italiana è l’organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) per la promozione della carità. Si prefigge lo scopo cioè di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto).
È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, per opera di Giovanni Nervo, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Anche educazione alla pace e alla mondialità, dialogo, sono linee portanti degli impegni della Caritas nel mondo. In queste organizzazioni sono impegnati moltissimi volontari. Maggiori informazioni si trovano, ad esempio, in Wikipedia. So che scrivo cose note, ma ho sentito il bisogno di farlo, perché, di fronte al degrado morale, alla desertificazione spirituale e agli scempi sotto gli occhi di tutti ad opera di alcuni (molti) personaggi, non si dimentichi che esiste anche una parte consistente della nostra bacata società che non vive accecata dalla ricerca sguaiata, spasmodica, senza scrupoli, di potere e ricchezza. E’ a loro che penso con ammirazione e riconoscenza; sono persone come queste che, come dice il Papa, aiutano (anche chi, come me, non è credente) “a guardare al futuro e alla vita con umanità e giustizia”.

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