Che due Meloni: 2023, anno dell’aumento, si salvi chi può

Il 2023 parte col botto, quello che rischiano di fare (il botto appunto) molte famiglie ed imprese davanti ad un rincaro inaudito di bollette ed altre servizi. Non c’è Governo che tenga: quando si tratta di prosciugare le tasche degli italiani, destra, sinistra, centro per noi pari son

Niente da fare, non c’è Governo che tenga. Centrodestra, centrosinistra, centrocentro, fianco dest, sinist, avanti march, la solfa non cambia. Dopo i fuochi pirotecnici di fine anno bagnati da memorabili bevute che hanno almeno l’effetto passeggero di rimbambirti per un po’, l’inizio di ogni anno, in questo senso sempre più horribilis, ti riporta alla pià angosciante delle realtà. L’annuncio di un tragico rincaro su tutti i fronti o quasi, preceduto per una volta almeno dalla pillola addolcente della probabile diminuzione della bolletta della luce. Ma per un lieto annunzio, pronte altre dieci almeno ferali previsioni.

E’ stimato infatti in quasi 2 mila euro di rincari in più per le famiglie il paniere annuale delle spese non procrastinabili, quelle per intenderci dettate dalle mera sussistenza. Aumenterà infatti del 23,3% la bolletta del gas per le famiglie nel mercato tutelato così come deciso da Arera, autorità per l’energia, in base all’andamento medio del mercato all’ingrosso a dicembre nonostante il prezzo del gas sia in calo da qualche settimana. Bolletta del gas, si badi bene, già aumentata del 64,8% nel 2022 rispetto al 2021.

Il governo, con la legge di Bilancio, ha prorogato per i primi tre mesi del 2023 le misure per calmierare le bollette per imprese e famiglie ma queste misure, oltre che ridurre solo in parte gli aumenti, scadranno appunto alla fine di marzo. Questo quando si sta in casa al calduccio. Quando ci si mette in macchina invece per andare al lavoro e sbrigare le faccende domestiche, la musica non cambia lo spartito degli insostenibili rincari. Se l’esecutivo ha prolungato gli aiuti contro il caro-energia, non ha invece prorogato, dopo il 31 dicembre scorso, il taglio delle accise sui carburanti che, nel 2022, aveva prodotto una diminuzione del prezzo alla pompa prima di 30,5 centesimi al litro e poi di 18 centesimi.

Di conseguenza i prezzi sono risaliti e la benzina ha raggiunto i due euro al litro, distributori con i prezzi più bassi. Per fare il pieno? Tutti a San Marino. Ciliegina sulla torta indigesta che metterà in ginocchio mezza Italia, l’incremento dei pedaggi autostradali (+ 2% sulla rete Aspi), delle polizze Rc auto e dei biglietti dei mezzi pubblici. Buon 2023 a chi riuscirà a sopravvivere

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