Anche a Reggio Emilia è partita la consultazione straordinaria degli iscritti e delle iscritte alla Cgil per presentare la Carta dei diritti universali del lavoro. Un nuovo Statuto di tutte le lavoratrici e i lavoratori che la Cgil vuole trasformare in una legge di iniziativa popolare.
L’obiettivo è quello di consultare i 112 mila iscritti alla Cgil reggiana. Le assemblee sono già partite, per ora ne sono previste oltre 1000 in provincia per la consultazione di oltre 54mila iscritti.
Un dato in divenire che avrà modo di crescere fino al 19 di marzo data in cui è prevista la chiusura della consultazione e che punta ad ottenere il voto di almeno la metà degli iscritti Cgil.
La volontà di trasformare in legge di iniziativa popolare la Carta universale dei diritti e la volontà di indire un referendum abrogativo delle principali norme che negli ultimi anni hanno stravolto il diritto del lavoro. Due proposte che si tengono insieme l’una con l’altra.
Nella prima settimana di aprile è infatti previsto l’inizio della campagna di raccolta firme, che durerà 90 giorni, attraverso una giornata inaugurale che vedrà la presenza capillare di 20.000 banchetti Cgil su tutto il territorio nazionale.
“Crediamo che chi ha votato, più o meno a malincuore il Jobs Act – ha commentato Guido Mora, segretario generale della Camera del Lavoro – non abbia intenzione di capovolgere una situazione in cui a godere dei diritti sono rimasti una minoranza e la maggioranza vive una condizione di precarizzazione totale. Vogliamo con questa nuova proposta – ha continuato Mora – estenderli a tutti, lavoratori dipendenti e non, in un’ottica di universalizzazione”.
E’ un testo complesso che si compone di 97 articoli in tre capitoli principali.
Un testo studiato e scritto da importanti giuristi italiani che ha come filo rosso quello di dare attuazione al disegno costituzionale, recuperando contenuti perduti ed estendendo diritti a chi non li ha.
Si parte dal ripristino di principi universali come il diritto ad un compenso equo e proporzionato, il diritto alla libertà di espressione, alla riservatezza e il divieto dei controlli a distanza; il diritto a condizioni ambientali e lavorative sicure; Il diritto al riposo e alla conciliazione tra vita familiare e vita professionale. Il diritto ad un’adeguata tutela pensionistica.
Ma troviamo anche la reintroduzione dell’articolo 18, a tutela dei licenziamenti illegittimi, la cui valenza viene estesa anche alle piccole aziende sotto i 15 dipendenti.
Si fa chiarezza sulle norme di legge che danno efficacia generale alla contrattazione e codificano democrazia e rappresentanza per tutti. Partendo dall’applicazione per legge degli articoli 39 e 46 della Costituzione per arrivare a riconoscere che i sindacati maggiormente rappresentativi possano firmare contratti collettivi che siano validi per tutti i lavoratori. Per evitare in questo modo i contratti separati e limitare la discrezionalità aziendale di scegliere con quali sindacati trattare.
Un obiettivo ambizioso per ridare al mondo del lavoro quei diritti che anni di politiche restrittive e retrograde hanno sfaldato rendendo le persone che lavorano precarie, socialmente ed economicamente deboli, e prive degli strumenti necessari alla libertà e tutela individuale e collettiva.
Non è difficile trovare nella realtà circostante esempi di questo progressivo indebolimento, secondo la Cgil.
Da ultimo, primo caso di questa entità nella nostra provincia, vediamo quanto sta succedendo alla Tecnogear, azienda metalmeccanica di Cavriago.