C’eravamo tanto odiati: Ferrari, Renzi e il carro del vincitore

L’endorsement del segretario Ferrari a Matteo Renzi apre la corsa al risposizionamento in vista del congresso
Roberto Ferrari
Roberto Ferrari

E’ proprio vero che a Reggio il vento è cambiato, come ha detto il segretario provinciale del Pd Roberto Ferrari per giustificare il suo endorsement a Matteo Renzi. E il vento quando cambia direzione sposta equilibri, spazza via le antiche certezze, rimescola le carte. Allora è meglio mettersi al riparo e come insegna il Gattopardo è necessario che tutto cambi affinché tutto rimanga come ‘è. Anche a costo di saltare sul carro del (presunto) vincitore con una disinvoltura che sfiora l’azzardo.

Andatevi a leggere l’intervista del segretario sulla Gazzetta di Reggio di sabato: è un vero e proprio capolavoro di equilibrismo linguistico:  “Il dibattito cresciuto dopo il voto di febbraio è continuato segnando una complicatissima fase per il Pd anche a Reggio – spiega Ferrari – E dopo tante assemblee siamo convinti che sia evidente per i nostri elettori l’esigenza di poter contribuire alla ricostruzione di questo partito offrendo un nuovo assetto e un nuovo posizionamento. Per i reggiani è pressoché impossibile giungere a un congresso senza la candidatura di Renzi. Altrimenti non sarebbe un congresso vero. Tra i possibili candidati è quello che raccoglie il più ampio consenso, al di là delle appartenenze all’interno del Partito Democratico. Attorno a lui si è poi coagulato un gradimento che va oltre i confini del nostro schieramento. E con lui possiamo allargare l’elettorato dei democratici. Un partito più ampio è necessario perché è evidente che con questi numeri non vinceremo mai le elezioni. Appoggiare Renzi significa guardare alla dura realtà”.

La dura realtà è quella di una sconfitta senza appello della corrente bersaniana, di un partito in pezzi e di una base sotto choc per l’appoggio al governo di larghe intese con il nemico di sempre. Sono i reggiani, dice Ferrari, che vogliono un segretario forte. Uno come Renzi appunto. Con lui sì che si possono vincere le elezioni.

In realtà i dirigenti reggiani del partito – e non si tratta solo di Ferrari – stanno cercando di riposizionarsi prima che arrivi l’onda di piena. Sanno che la posta in gioco è alta: ci sono equilibri che rischiano di andare in frantumi e molte poltrone a rischio. Le parole di Ferrari rendono solo chiaro ciò sta avvenendo dal giorno dopo le elezioni che hanno segnato la sconfitta della corrente bersaniana: la corsa al riposizionamento nel tentativo di non perdere quote di potere in vista del congresso. E qui si è inserito l’effetto Delrio: il ministro sta lavorando per fare da pontiere e cucire la tela del consenso intorno a Renzi in vista della sua candidatura a palazzo Chigi. E si vedono i primi effetti.

Nel frattempo si organizza anche la corrente di quello che sarà probabilmente il principale sfidante di Renzi: Pippo Civati. L’ex amico del sindaco di Firenze, poi diventato il grande oppositore del governo di large intese, non a caso ha organizzato proprio a Reggio la “controfesta” dell’area critica  Fabrizio Barca e Walter Tocci, che si terrà all’ostello della Ghiara dal 5 al 7 luglio. Ci sarà anche l’assessore provinciale Mirko Tutino, che sta studiando per un posto chiave nella giunta del futuro candidato sindaco Luca Vecchi. A proposito, Vecchi come si sta muovendo? Per il momento sta alla finestra e non si sbilancia. E come lui tanti altri. Per schierarsi c’è ancora tempo. Forse.

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