Il simbolo del Pd è accartocciato tra scrivanie ammassate e computer accantonati in un angolo. La bandiera dei Ds è stata staccata dal muro, le foto ed i ritratti dei maggiorenti del grande partitone che fu (Lenin, Berlinguer, la Iotti e chissà quanti altri) non si sa bene dove siano finiti. Eppure qui, un tempo, si fece la storia almeno della sinistra. Anzi, “si sfece” la storia.
Sì perché fu proprio alla Bolognina, sede del Pd sotto sfratto, che Achille Occhetto, tra le lacrime, annunciò lo scioglimento del Pci. Ad accantonare i ‘cimeli’ di questa pagina di storia, ma anche ad accartocciare il simbolo del Pd e ammassare i computer non sono stati i vandali. L’odierno partito infatti dovrà trasferirsi in uno spazio più piccolo. La decisione era già stata presa dalla Fondazione Duemila, che gestisce il patrimonio di quelli che furono i Ds. Il trasloco, però, è stato anticipato, senza preavviso e con grande stupore del volontario che per primo si è accorto di quello che stava accadendo e ha avvisato il segretario del circolo, Mario Oliva.
I volontari del circolo lamentano di aver dovuto gestire la vicenda in completa solitudine; sullo sfondo probabilmente il braccio di ferro sul costo dell’affitto. Le due parti ancora non si sono messe d’accordo e intanto la Bolognina diventa l’emblema dell’eterno cantiere politico del Pd. Anzi diventa cantiere punto e basta.