Firenze – L’operazione di aggregazione tra le due centrali di latte del Centro Nord d’Italia prevede continuità di gestione, mantenimento della sede legale della “nuova Mukki” e dei livelli occupazionali, e punta a valorizzare i siti produttivi del Mugello, nonchè ad allargare la rete distribuzione commerciale delle due società e all’export verso la Cina. Preservati livelli occupazionali e marchio Mukki.
Fusione Centrale del Latte di Torino e Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno spa per creare una newco da 200 milioni di giro d’affari, controllata dagli stessi soci attuali di Torino e Firenze e pronta a sbarcare in Borsa. E’ in estrema sintesi lo schema di integrazione delle due società spiegato oggi a Firenze dal presidente e dall’ad dell’azienda torinese, Luigi Luzzati e Riccardo Pozzoli.
Il progetto, spiega la notà della società, prevede la fusione di Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno spa con Centrale del latte di Torino & C. spa, sulla base di un concambio da definire congiuntamente. Centrale del Latte di Torino cambierebbe ragione sociale in Centrale del Latte d’Italia e rimarrebbe quotata sul segmento STAR di Borsa Italiana. Contestualmente Centrale del Latte di Firenze, Pistoia e Livorno verrebbe conferita in una nuova entità, nuova Mukki, che manterrebbe la sede legale e lo stabilimento produttivo a Firenze. La nuova entità societaria disporrebbe di cinque stabilimenti produttivi situati in Piemonte, Toscana, Liguria e Veneto, un fatturatoconsolidato di circa 200 milioni di Euro e significative quote di mercato nei territori presidiati. L’operazione proposta dalla Centrale del Latte di Torino mira a tutelare e valorizzare i siti produttivi e la filiera agroalimentare del Mugello, attraverso il mantenimento delle forniture da parte degli agricoltori locali. L’aggregazione prevede inoltre di conservare l’autonomia legale, societaria e gestionale della Centrale del Latte di Firenze e del marchio Mukki, la continuità del management esistente e la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali.
“L’aggregazione – prosegue la nota di Centrale del Latte di Torino – permetterebbe poi a Centrale Latte Firenze l’automatica quotazione in Borsa garantendo la liquidabilità dei titoli sulla base delle diverse e specifiche esigenze dei singoli soci e un adeguato flusso di cassa agli azionisti tramite la distribuzione annuale di dividendi. Inoltre la quotazione consentirebbe l’ingresso nel capitale a consumatori e produttori locali e agevolerebbe l’accesso a risorse di equity e debito per finanziare eventuali opportunita’ per ulteriori aggregazioni”.
“Infine – conclude la nota – attraverso l’integrazione verrebbero garantite sinergie commerciali ed industriali grazie all’ampliamento delle zone di distribuzione dei prodotti, all’aumento del potere contrattuale con clienti e fornitori e alla possibilità di espansione dell’esportazione verso la Cina, dove entrambe le realtà sono già presenti così come verso altri potenziali mercati”.