Scandicci – Oltre 500, le persone, amici, conoscenti, vicini di casa e lavoro, compagni di scuola e sport, che ieri sera hanno voluto esserci, alla veglia organizzata per Niccolò Ciatti, il ragazzo di 22 anni pestato a morte a Lloret de Mar, in una discoteca, in Spagna dove stava trascorrendo le vacanze. Ad ammazzarlo, tre ceceni, giovani, due scarcerati, uno in carcere per avere sferrato il colpo mortale, quando il giovane italiano si trovava ormai a terra, inerme. Un grande silenzio, che travolge gli occhi lucidi, la rabbia, il dolore. “Che ingiustizia è morire così?” sono state le parole con cui il parroco don Giovanni Paccosi ha esordito, prima della recitazione del rosario, che è avvenuta nella chiesa della parrocchia di Gesù Buon Pastore a Scandicci .
Lacrime, un dolore composto e pieno di riserbo, quello dei genitori di Niccolò, della sorella, della fidanzata. Rabbia, per una morte che appare sempre più assurda e ingiustificabile. La richiesta principale è quella di avere giustizia,rapidamente, mentre il sindaco di Scandicci, Sandro Fallani non solo sollecita il rientro della salma del ragazzo in Italia (“facciamo il prima possibile, siamo pronti”), ma sta valutando se c’è la possibilità di costituirsi come Comune di Scandicci parte civile nel processo. Intanto oggi Fallani ha un appuntamento telefonico col consolato in Spagna.