Il vespaio sollevato dall’affitto ai privati (Morgan Stanley, per la precisione) della sala capitolare di Santa Maria Novella, concessa dal vicesindaco Dario Nardella al facoltoso e ristretto gruppo di banchieri per una “cena aziendale” non accenna diminuire. In ballo, il destino prossimo futuro dei monumenti cittadini.
Firenze – E’ dunque successo, ieri sera, che per la seconda volta, dopo la chiusura di Ponte Vecchio per l’evento targato Ferrari e Montezemolo, un monumento storico e prestigioso di Firenze venga chiuso e utilizzato per un evento privato. Prestigioso? Si tratta della cena aziendale di Morgan Stanley, banca ben conosciuta nel mondo. Ma sembra che l’iniziativa di Nardella (svelata al Fatto Quotidiano da Tomaso Montanari) che per il Comune di Firenze varrà 20mila euro, non sia andata giù ai competitor alla poltrona di sindaco, certo, ma anche ai cittadini. Del resto, fa il paio con un’altra “concessione” che fa discutere, quella di Forte Belvedere, dove il rapper Kanye West e l’attrice Kim Kardashian celebreranno la loro festa di nozze il 24 maggio. Stavolta, sebbene il contratto pare non ancora firmato, ci si assesterebbe sulla cifra di 300 mila euro. Polemiche trasversali e feroci, stavolta, fuoco incrociato da destra, sinistra e centro: Tommaso Grassi, candidato Sel/Prc e lista della sinistra, niente di nuovo sotto il sole, ci si ritrova di fronte “all’uso privato di beni pubblici”, mentre Achille Totaro, FdI/An, parla di “svendita dei monumenti di Firenze”. Miriam Amato, candidata grillina, chiede maggior rispetto per i tesori della città. Fuoco e fiamme da Cristina Scaletti, candidata della lista civica che porta il suo nome, e che dice: “Pensavo che il fondo si fosse toccato con la chiusura di Ponte Vecchio per gli amici di Luca Cordero di Montezemolo, ma evidentemente mi sbagliavo”. E mentre Una città in Comune parla di gestione padronale della città e dice “è l’ora di finirla”, unica voce fuori dal coro, quella di Gianna Scatizzi, Ncd: “Non ci vedo nulla di male, a patto che i soldi spesi vengano vincolati a spese ben precise in favore di Firenze”. E Dario Nardella,, su cui si accanisce la bufera? “Non è la prima volta che organizziamo eventi del genere, rispettiamo tutte le regole: e se ospitare appuntamenti come cene di imprese private serve per trovare risorse da usare in favore della nostra comunità e del nostro patrimonio culturale, ritengo sia giusto farlo”.