Cellule staminali embrionali: importante ricerca dell’Università di Siena

Siena – L’acido retinoico, attraverso il gene Snai 1, dà il via al processo di differenziazione delle cellule staminali embrionali, che così passano dallo stato di pluripotenza alla specializzazione. E’ la scoperta di un gruppo di ricerca dell’Università di Siena, guidato dal professor Federico Galvagni con Maurizio Orlandini, del dipartimento di Biotecnologie, chimica e farmacia, in collaborazione con il professor Salvatore Oliviero della Human Genetics Foundation di Torino.

A circa una settimana dalla fecondazione l’embrione è composto da un piccolo gruppo di cellule indifferenziate chiamate cellule staminali embrionali. Queste cellule sono pluripotenti, poichè daranno origine a tutti i diversi tessuti del nuovo organismo. I meccanismi che permettono a queste cellule di rimanere in uno stato di pluripotenza sono ben conosciuti, ma fino ad ora rimanevano pressoché ignoti gli stimoli che promuovono l’inizio del loro differenziamento e l’uscita da questo stato di pluripotenza. Uno di questi stimoli è stato ora identificato nell’acido retinoico, prodotto dal nostro corpo a partire dalla vitamina A che assumiamo normalmente con la dieta.

La ricerca dell’Università di Siena, pubblicata sulla rivista internazionale Stem cells, descrive come la vitamina A sia in grado di stimolare nelle cellule staminali embrionali la sintesi di Snai1, un regolatore della trascrizione genica conosciuto fino ad ora soprattutto per la sua capacità di promuovere le metastasi tumorali. In questo caso Snai1 blocca la produzione dei fattori che impediscono alle cellule staminali di differenziare, innescando il processo che le porterà a formare tutte le possibili cellule che compongono il nostro corpo.

La ricerca getta nuova luce su uno dei numerosi misteri che avvolgono ancora lo sviluppo embrionale ma non solo. Recentemente le cellule staminali sono salite agli onori della cronaca per il loro potenziale uso in medicina rigenerativa, quella branca della medicina che si propone di riparare gli organi danneggiati sfruttando proprio la capacità di tali cellule di rigenerarli, offrendo nuove prospettive nella cura di malattie fino ad oggi incurabili come il diebete, le malattie cardiache o le numerose malattie degenerative. E’ quindi di fondamentale importanza capire tutti i meccanismi che regolano lo stato di queste cellule e le condizioni per mantenerle indifferenziate, o per spingerle a differenziarsi in modo controllato in un tipo cellulare invece che in un altro.

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