Firenze – Grandi preparativi per la prossima apertura della Galleria dell’Accademia di Firenze, la storica istituzione fiorentina che raccoglie sette tra i più grandi capolavori di Michelangelo, tra cui il celeberrimo David.
Il 2 giugno, Cecilie Hollberg, direttrice dell’Accademia, insieme al sindaco Dario Nardella apriranno le porte al pubblico dopo i lunghi mesi di lockdown. Sarà una cerimonia di rinascita a cui si uniranno i fiorentini in attesa del ritorno dei visitatori. Incontriamo la direttrice mentre fervono i preparativi.
Dott.ssa Hollberg, il suo secondo mandato è avvenuto proprio in un momento delicato…
“Si è vero, anche la fine del primo mandato è stata un po’ particolare. Diciamo che ci sono abituata”.
Come si prepara alla prossima apertura dell’Accademia?
“Stiamo lavorando sulle nostre collezioni. Procediamo a spolverare le opere e mantenere in perfette condizioni il loro stato conservativo. Il David è accuratamente controllato con un ponteggio montato appositamente per rimuovere i depositi di polvere. Per questo abbiamo una strumentazione specifica composta di aspirapolvere e pennello. Mentre procediamo alla pulizia delle opere studiamo anche il loro stato di salute. Un lavoro certosino, tutto documentato che serve per capire eventuali problemi e poter intervenire tempestivamente. Poi la novità è l’app “The Right Distance” realizzata da Opera Laboratori fiorentini, disponibile gratuitamente, che avverte con una vibrazione quando si supera la distanza di sicurezza. Il museo sarà riaperto al pubblico con un biglietto ridotto di euro 8 anziché 12”.
Durante l’isolamento lei ha svolto un lavoro molto complesso di adeguamento impiantistico della Galleria e per pianificare altri interventi alla struttura museale, già programmati…
“Abbiamo completato i lavori all’impianto di areazione della Galleria dei Prigioni e della Tribuna del David con la sostituzione della macchina di trattamento aria. Durante lo smontaggio sono state scoperte delle stanze al di sotto della pavimentazione, prima inaccessibili. La scoperta ha consentito di migliorare il progetto in corso d’opera e realizzare l’impianto da zero, con notevoli vantaggi per prestazioni, igiene e futura manutenibilità. Stiamo poi provvedendo a portare avanti altri progetti che hanno subito dei rallentamenti nel corso degli anni”.
Quindi un museo trasformato?
“È come se fosse un nuovo museo, con un nuovo percorso a senso unico, nuove entrate e nuove uscite. Non possiamo, al momento, preventivare il numero di visitatori ma non è importante il numero, è importante dare un segnale, etico e morale. Siamo molto felici di poter ospitare nuovamente il pubblico in questo luogo unico e che questa inaugurazione speciale avvenga proprio in occasione di una celebrazione nazionale”.
C’è un progetto nuovo per il post Covid-19?
“Abbiamo iniziato una campagna di acquisizione Gigapixel delle collezioni. Una tecnica innovativa che unisce tante macrofotografie e permette maggior dettaglio negli ingrandimenti e qualità nella nitidezza e colori. Il progetto è iniziato lo scorso anno con l’acquisizione del Trittico della Pentecoste di Andrea Orcagna, ora continua con altri 50 capolavori. Sui canali digitali del museo, nelle prossime settimane, ci sarà la possibilità di seguire da vicino come procede la campagna”.
Ha un personale progetto che vorrebbe veder realizzato durante questo suo secondo mandato?
“Ci sono ancora tanti progetti che desidero portare avanti, ma adesso l’importante è dare di nuovo visibilità a questo grande museo che è unico al mondo. Tra i tanti progetti che dovrò seguire ci sono i grandi cantieri”.