L’allarme terrorismo è ora più che mai dietro l’angolo. Basti pensare alla bagarre mediatica scatenata dalla recente tragedia di Brindisi o dalla gambizzazione di Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo nucleare di Genova. Eppure, come in tutti i periodi di crisi, occorre al più presto trovare un caprio espiatorio su cui riversare tutto l’odio di un Paese. Peccato che a causa della frenesia s’incorra troppo spesso in identificazioni approssimative e profondamente scorrette sulla realtà dei fatti: è ciò che continua a succedere ai danni degli Anarchici Italiani. Risale infatti al 2003 un comunicato della commissione di corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana, in riferimento alla comparsa di una fantomatica Fai(federazione anarchica informale), che avrebbe rivendicato le esplosioni di via Gerusalemme a Bologna, contro Romano Prodi. Tuttora si continua, per colpa di un acronimo abusato a piacere, a criminalizzare ingiustamente l’intero Movimento anarchico confondendolo con “una schiera di impresentabili avanguardie convinte di poter indicare, nel loro delirio di forza, potere e violenza, la strada percorrere”.
La Fai Reggiana, in un recente comunicato stampa, ha voluto fermamente prendere le distanze “dalla frangia imbecille degli informali”, ribadendo che il movimento anarchico tradizionale è quello che “ non si sottrae alle lotte sociali, che è in prima fila nei movimenti per la difesa ambientale, contro ogni forma di guerra e militarismo, contro le leggi razziali e le politiche securitarie del nostro paese”. Inoltre la criminalizzazione dei movimenti sociali e anarchici si presenta come un’arma a doppio taglio che non fa altro che accrescere i dispositivi oppressivi dello Stato. “ Il ferimento di Adinolfi- continua nel comunicato- è stato colto al volo per rilanciare, dopo le varie informative dei servizi segreti sul pericolo”anarco-insurrezionalista”, l’incombenza della minaccia terroristica di matrice anarchica, collegandolo al malcontento sociale crescente, al movimento NoTav e, in generale, contro ogni forma di opposizione sociale”.