“Ho sempre sostenuto che la politica non è una professione, che l’impegno in politica deve essere inteso come un impegno temporaneo da cui potersi ritirare nel caso cambino le condizioni del proprio impegno. Mi sto preparando con un po’ di timore a tornare al lavoro, in banca presumibilmente o altrove se si aprono delle possibilità. Vivo e considero questa una garanzia di autonomia e di indipendenza rispetto alla politica, condizione importantissima per contrastare quell’autoreferenzialità così nefasta e che si rimprovera al mondo politico”: con questo addio C’è Beppe Pagani (dal nome con predicato verbale ormai ereditato a pieno titolo dopo una campagna elettorale) saluta i suoi amici e sostenitori dopo quasi 5 anni da consigliere regionale. Con una letteronzola strappalacrime postata su facebook, “Todo cambia” poesia del chileno Julio Numhauser cantata da Mercedes Sosa, l’ex segretario provinciale Cisl sembra dare l’arrivederci con un involontariamente ironico accenno alla paura di tornare a lavorare. Ma sarà un addio o un arrivederci?
Non è infatti un mistero il fatto che il suo nome circoli vorticosamente tra i papabili tra quelli da destinare ad uno scranno assessorile (al Welfare?) nella probabilmente nuova giunta di Stefano Bonaccini, se dovesse risultare lui il nuovo Presidente. E si capisce anche la mestizia con cui Pagani saluta uno “stipendio” da quasi 8mila euro al mese tra indennità di carica e rimborsi vari. Una sorta di vitalizio se si considera la pensione immediatamente maturata dopo una sola legislatura avendo compiuto 55 anni (quasi 2300 euro mensili). Insomma dove si trova un altro “lavoro” così? Pagani saluta tutti offrendo l’assist alla sua “pupilla” Ottavia Soncini. Invitando gli amici facebokkiani a votarla convinti.