E bravo finalmente il sindaco Luca Vecchi che, dopo mesi di attendismo, alla tavola rotonda di Boorea sul solito argomento del declino del modello emiliano e nonostante le domande al bromuro del politologo Massimiliano Panarari, ha rotto il protocollo e destato dal torpore gli astanti sbottando sul Parco Ottavi: “è stata una cazzata storica”. Lasciando di sale, per di più nella sala dei Marmi, lo stesso Luca Bosi. Ricordando lo sfogo del ragioniere ne Il secondo tragico Fantozzi a proposito del film La corazzata Potemkin. Ovvero, esplicitare platealmente ciò che tutti pensavano ma nessuno osava dire.
Sbriciolati i convenevoli, a questo punto aspettiamo dal primo cittadino di Reggio altrettante chiare e nette considerazioni, naturalmente se chiamato debitamente in causa, su tutta un’altra serie di indigesti argomenti: il vuoto di idee sull’Area nord dopo le architetture Calatrava, il crac delle Fiere, i presupposti del carrozzone Iren, l’atroce espansione edilizia degli ultimi decenni, le “porte girevoli” amministrazione-cooperazione che hanno sistemato politici decotti e amministratori dal buco (di bilancio) facile, i problemi del centro storico, la mancata analisi sociologica che ha portato ad un’immigrazione senza controllo e alla inevitabile conseguenza della creazione di ghetti, la fagocitazione lombarda della gloriosa Cassa di Risparmio reggiana, gli investimenti della fondazione Manodori, la mancata creazione dalle nostre parti di una borghesia davvero liberale, lo scioglimento dei (fu) valori di sinistra del vecchio Pci nello scarno margheritismo post-democristiano al ritmo di un dossettismo epigonico ed agonico declinato nell’attuale pragmatismo iper-poltronaio.
Sia ben chiaro, non che c’entrino necessariamente gli attuali amministratori nel rosario (di madonne) da noi sciorinato a mo’ di assist. Molti di loro, a quei tempi, probabilmente manco avevano iniziato la loro carriera politica. Ma il nuovo Vecchi-style ci piace assai. Perché è solo parlando come si mangia che si affrontano i problemi del passato per evitarli nel futuro.