La notizia ha del clamoroso, non tanto per il tipo di indagini ma perché si inserisce in un contesto politico di veleni tra le parti e richieste di dimissioni di consiglieri comunali da parte di altri consiglieri comunali. E in un clima di “dimenticanza” diciamo così di cui alla fine “beneficiano” alcune inchieste. La riporta il Carlino Reggio e riguarda un’altra inchiesta delle Fiamme Gialle (oltre a quella recente che ha portato a perquisizioni al Catasto e negli uffici comunali) sempre al Catasto di Reggio, datata 2002, con un nulla di fatto perché nel 2014 i presunti reati sono andati in prescrizione.
Tra gli indagati il consigliere comunale Pd Salvatore Scarpino (dirigente del Catasto), Francesco Pastoressa, ex dirigente dell’Agenzia del Territorio, Giovanni Piccinini, all’epoca operatore tributario, Agatino Aliberti, ex funzionario, Giorgio Catellani, dell’Agenzia del Territorio e Pierpaolo Fornaro, allora funzionario. Accusati a vario titolo di corruzione, truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, falsità materiale e ideologica, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, nessuno ha pertanto mai potuto dimostrare la propria estraneità ai fatti o la giustizia accertare eventuali responsabilità.
La teoria accusatoria, del pm Luciano Padula, voleva che una serie di immobili della categoria D (nella provincia reggiana) subissero un ingiustificato abbassamento della rendita catastale, che si traducevano anche, sempre in base al teorema mai dimostrato, in imposte al ribasso. Causando tra l’altro, danni economici notevoli all’ente locale ed allo Stato.