Prato – La violenza in Italia contro le donne non si ferma. In quest’estate nel nostro Paese sono state ammazzate tredici donne e consumati due stupri di gruppo entrambi aberranti per le modalità con cui sono avvenuti: uno in Sicilia a Palermo, l’altro a Caivano in provincia di Napoli. In ambedue i casi ad agire sono stati dei giovanissimi e nel napoletano la violenza è stata perpetrata ai danni di due ragazzine tredicenni portate in un capannone con l’inganno da 5 minorenni e da un maggiorenne.
Situazioni di sopraffazione e degrado che hanno fatto discutere non solo i media e l’opinione pubblica ma anche la politica e non sono mancate, a tal proposito, le esternazioni del vicepremier Matteo Salvini ospite in questi giorni a Pinzolo in Trentino alla tradizionale festa della Lega. Lui stesso ha dichiarato che contro la violenza sulle donne c’è il Sí suo e del partito sulla castrazione chimica per i recidivi perché, sempre Salvini, secondo quanto riportato in una nota d’agenzia, “i malati vanno curati e come Lega abbiamo depositato un ddl per la castrazione chimica nei casi più gravi. Certe gente oltre che delinquente, è malata. E i malati vanno curati. Se hai mal di testa prendi l’aspirina, se non riesci a controllarti te lo risparmio per il resto della tua esistenza”.
Sul tema della castrazione chimica si discute nel nostro Paese ormai da diversi anni. Nel novembre del 2018 ci fu un emendamento al decreto sicurezza presentato da Fratelli d’Italia, che chiedeva di “introdurre la castrazione chimica per pedofili e stupratori recidivi, da applicare dopo la scarcerazione in aggiunta alle attuali pene previste”.Mentre l’anno dopo sempre FdI, in un ordine del giorno al ddl Codice Rosso, che fu poi bocciato alla Camera, chiedeva che si subordinasse alla castrazione chimica la concessione della sospensione condizionale della pena in caso di condanna per reati sessuali. Ora con questo Pdl firmato Lega e condiviso anche Roberto Marti presidente leghista della commissione Cultura,Istruzione e Sport di Palazzo Madama, che rilanciò il tema della castrazione chimica per pedofili e stupratori il giorno dopo la notizia dello stupro di Palermo, si introduce il trattamento farmacologico di blocco androgenico totale anche se toccherà al giudice decidere se somministrarlo o meno,purché non si tratti di una recidiva o di violenza sessuale su minori, perché in quel caso scatterebbe in automatico.
Chiediamo a Valerio de Gioia, giudice penale presso la prima sezione del Tribunale di Roma (specializzata per i reati contro i soggetti vulnerabili – violenza di genere), oltre che autore di importanti saggi legislativi, un suo parere in proposito.
“Il disegno di legge della Lega sulla castrazione chimica non è la soluzione; non può essere introdotta nel nostro sistema giudiziario, e comunque dovrebbe passare dal consenso del condannato. Allo stato attuale il legislatore non prevede nulla”.
E alla domanda se per coloro che applicano il diritto quali sarebbero gli strumenti adatti per contrastare la pedofilia, il parere di de Gioia è di potenziare i percorsi psicologici da quando emerge la problematica. “Inoltre -come lui stesso ha affermato – rinforzare il sistema delle pene accessorie: interdizioni da attività legate ai minori, anche quelle svolte da privati. Purtroppo pedofili si nasce”.
In foto il vicepremier Matteo Salvini