Cassazione su scuola di Ribolla, punta dell’iceberg italiano del rischio sismico

Grosseto – Il nuovo sequestro della scuola di Ribolla (Roccastrada), che ha visto ripristinare i sigilli di chiusura a seguito della sentenza n.190 della Corte di Cassazione in opposizione della sentenza del Tribunale del riesame che aveva dissequestrato l’immobile, chiuso dalla Procura di Grosseto, apre in realtà uno scenario molto complesso per quanto riguarda gli edifici costruiti senza tenere conto dei parametri tecnici di sicurezza previsti dalla legge, seppure in aree di “medio rischio sismico”, vale a dire entro la fascia di rischio 3.

Il punto è messo in luce, fra gli altri, da Massimo Grisanti, geometra con studio a Poggibonsi, in provincia di Siena, che ha inviato un esposto sul tema al Procuratore di Grosseto. I punti sottolineati da Grisanti sono in buona sostanza due: con la sentenza della Cassazione viene a riconoscersi da un lato che il rischio di sismicità 3 in cui è inserito il Comune di Roccastrada e dunque anche Ribolla, la località in cui si trova la scuola elementare oggetto del contendere, è di “media sismicità” e non “bassa” (definizione che equivarrebbe alla fascia 4 di rischio sismico), ma soprattutto il riconoscimento, da parte della Cassazione, dell’obbligo “di munirsi di preventiva autorizzazione sismica ex art. 94 DPR 380/2001 nelle zone sismiche 3 perché non sono di bassa sismicità, a mezzo della sentenza della Suprema Corte di Cassazione, III^ Sezione penale, n. 56040 depositata il 15.12.2017”.

Se la conseguenza per il territorio di Roccastrada è che “non è consentito iniziare i lavori in assenza di preventiva autorizzazione sismica ex art. 94 DPR 380/2001, e ciò dall’entrata in vigore della Ordinanza n. 3274/2003 del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Testo Unico dell’edilizia, ovverosia dal 30/6/2003 (cfr. Corte costituzionale, n. 182/2006)”, allora, dice Grisanti, “sono abusivi i lavori eseguiti dal 30.06.2003 in assenza di autorizzazione sismica preventiva ex art. 94 DPR 380/2001 (ancorché eseguiti in forza di
titolo abilitativo edilizio comunale, in tutta evidenza inefficace)”.

Ergo, scrive Grisanti nell’esposto alla procura grossetana, “Invito il Procuratore della Repubblica di Grosseto a contestare – per tutti gli interventi eseguiti nel territorio della Provincia di Grosseto – il reato di edificazione abusiva ex art. 44 e 95 DPR 380/2001 in tutti gli interventi edilizi che sono stati e verranno eseguiti in assenza di autorizzazione sismica preventiva”.

Ma il problema s’allarga. Infatti, se questo è valido per il territorio di Grosseto, perché non dovrebbe essere valido per tutta la Toscana, e anzi, dal momento che la sentenza 190 fa riferimento a norme nazionali, per tutta l’Italia? Di fatto, la Cassazione a Ribolla non ha fatto altro che far rispettare le norme tecniche (del 14 gennaio 2008) dei parametri di sicurezza per le zone a rischio sismico anche medio previsti dalla legge. Sebbene non raggiunte appena per un soffio, nel caso di Ribolla, ma avendo riguardo in ogni caso all‘imprevedibilità che costituisce caratteristica fondamentale dell’evento sismico.

Insomma ciò che si prospetta, come in parte richiesto dallo stesso geometra Grisanti, è una vera e propria “reazione a catena”, che porterebbe a mettere in discussione la legittimità di circa 75mila edifici pubblici, come scrive sul Mattino il giornalista toscano Erasmo d’Angelis, senza contare gli edifici di edilizia privata, dove gli obblighi di sicurezza spesso non vengono rispettati o vengono elusi, anche con una certa facilità. E ancora senza contare l’enorme problema dell’edilizia “fantasma” soprattutto al Sud, e quello dell’edilizia “produttiva”, la cui fragilità è stata messa tragicamente in luce dal sisma che ha colpito l’Emilia-Romagna.

Intanto, sulla questione si registra un intervento del sindaco di Roccastrada, Francesco Limatola, che, ribadendo la sua fiducia nell’operato della magistratura, e sottolineando la sua volontà di mettere al primo posto, con “coscienza di padre e di uomo”, la sicurezza dei bambini e di tutti gli utenti, auspica che “il nostro caso possa servire per stimolare una riflessione reale e collettiva sullo stato degli edifici pubblici in Italia, dalle scuole agli ospedali a tutte le sedi di istituzioni, forze dell’ordine e altri soggetti”. Il primo cittadino, dichiarando la propria fiducia nella magistratura in attesa di sviluppi, ricorda anche che nei giorni scorsi è stato pubblicato “il bando per avviare la progettazione della nuova scuola, che porterà alla presentazione del progetto partendo dallo studio di fattibilità tecnico-economica messo a punto dal gruppo di lavoro interno all’amministrazione comunale. Abbiamo già individuato l’area, in Via del Diaccialone, e indicato le linee guida su materiali e le funzioni della struttura anche se rimane il problema dei finanziamenti, che stiamo cercando di recuperare oltre le nostre disponibilità”. Dunque, ciò che occorre, conclude il sindaco, è  “una riflessione seria, partendo dalla vicenda che stiamo vivendo a Roccastrada e Ribolla e che sta creando un precedente sull’edilizia scolastica e sulla sicurezza degli edifici pubblici in Italia. Il mio auspicio è che questo tema arrivi presto all’esame del Parlamento con la definizione di regole chiare e precise e di investimenti concreti sull’adeguamento degli edifici pubblici e la loro sicurezza”.

 

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