Le Regioni si dichiarano pronte, se perdura lo stato di incertezza sugli amortizzatori sociali, se non arrivano risposte positive, senza certezze su criteri e risorse, e senza procedure certe che non le riducano ad un ruolo di meri esecutori senza possibilità di dare risposte sociali, a restituire le competenze amministrative allo Stato. "Le Regioni – recita il parere sfavorevole della Conferenza delle Regioni sulla bozza di decreto sugli ammortizzatori sociali in deroga – ritengono che il Governo per il biennio 2014-2015 debba assicurare la certezza delle risorse in modo da garantire l’erogazione del trattamento a tutti i lavoratori che hanno maturato un diritto soggettivo, che non può essere condizionato dal limite delle risorse finanziarie assegnate alle Regioni". Oltre alla richiesta di copertura finanziaria le Regioni chiedono "una modifica sostanziale dei criteri previsti dalla bozza di decreto ministeriale, evitando la pesante penalizzazione dei giovani" perchè l'attuale testo di fatto "riduce le protezioni sociali per i giovani – ha spiegato, in sede di audizione al Senato l'assessore Attività produttive Lavoro e formazione della Regione Toscana Gianfranco Simoncini che è il coordinatore per il Lavoro della Conferenza delle Regioni -, uno dei settori più deboli del mercato del lavoro". Il parere delle Regioni: testo integrale.
I punti del decreto che non piacciono alle Regioni riguardano soprattutto questi punti sulla Cig in deroga: requisiti soggettivi dei lavoratori (il decreto esclude gli apprendisti ed i somministrati che sono invece compresi nell'art. 19, co. 8, della L. 2/2009), la previsione all’art.2 co.1 di un’anzianità lavorativa di almeno 12 mesi alla data della richiesta del trattamento (mentre ora bastano 90 giorni), requisiti dei datori di lavoro (i termini usati dal decreto consentono un'applicazione restrittiva dell’art. 2082 del CC), causali di concessione di CIGD (il decreto lascia il dubbio se siano escluse le aziende interessate da procedure concorsuali come fallimento, scioglimento e messa in liquidazione), la presentazione delle domande Cig in deroga da presentare direttamente all’Inps entro 25 giorni dalla fine del periodo di paga in corso al termine della settimana in cui ha avuto inizio la sospensione del lavoro.
Le dichiarazioni
"E' innanzitutto necessario garantire la copertura finanziaria recuperando la grave incertezza sociale procurata nel corso del 2013 a molti cassintegrati, che ad oggi non sanno se potranno ricevere o meno le loro indennità. Ben 11 regioni hanno sospeso le autorizzazioni e manca un miliardo e settanta milioni per coprire le richieste giacenti nelle Regioni. Quindi è indispensabile coprire il fabbisogno complessivo per i prossimi anni fino alla riforma – ha detto Simoncini – . C'è anche il rischio paradossale di restringere le protezioni nella cassa integrazione che è fondamentale per evitare licenziamenti di fronte a situazioni di crisi temporanea, mentre viene allargata la platea e il tempo di copertura della mobilità".
"Pertanto nel 2014 bisogna dare più certezze. Non può riproporsi l'attuale situazione nella quale chi prima arriva ha la copertura dell'ammortizzatore e chi arriva dopo no. È una situazione indegna di un paese come l'Italia – ha sottolineato Simoncini – . Si devono dare criteri certi e diritti uguali per tutti, evitando da un lato la rincorsa alle richieste e dall'altro pesanti sperequazioni ed ingiustizie di trattamenti dei lavoratori".