Caso Scieri: il conflitto giurisdizionale delle due magistrature

Roma – Al Tribunale Militare di Roma si è conclusa l’udienza preliminare sul caso Scieri, il parà siracusano che all’età di 26 ani ha perso la vita in circostanze ancora poco chiare all’interno della caserma Gamerra di Pisa. Nel procedimento davanti al gup militare sono imputati Andrea Antico, Alessandro Panella e Luigi Zabara, tre ex caporali della Folgore, inoltre è stata riconfermata dal giudice la costituzione del Ministero della difesa come responsabile civile, sebbene ci sia stato un vano tentativo da parte dell’avvocatura di stato di revocare il provvedimento che obbliga il Ministero a presentarsi oltre come parte civile anche come responsabile civile.

Il Tribunale Militare ha fissato l’aggiornamento dell’udienza al 13 novembre, nella stessa settimana dove verrà discussa l’udienza preliminare dell’altra magistratura che si occupa del Caso Scieri, la procura di Pisa.

Un caso complesso quello di Scieri, da una parte perché è avvenuto in un ambiente “protetto”, quale dovrebbero essere le mura di una caserma e in secondo luogo perché ha sollevato un problema di conflitto di giurisdizione tra le due sedi di giudizio.

Come spiegato in un precedente articolo (https://www.stamptoscana.it/caso-scieri-il-18-settembre-ludienza-preliminare-al-tribunale-militare/) il Tribunale Militare in riferimento all’art. 195 del Codice penale militare di pace ha aperto le indagini, procedendo in contemporanea con la magistratura ordinaria di Pisa.

Tuttavia prima o poi solo una sede giurisdizionale dovrà essere nominata competente per portare il processo alla sua chiusura. Sebbene Andrea Di Giuliomaria, legale di Luigi Zabara, ha depositato una denuncia di conflitto di giurisdizione, tale atto, ottemperando all’art. 30 del codice procedura penale, non comporta la sospensione sui procedimenti in corso ma solo un obbligo, da parte del giudice, in questo caso della magistratura militare, di inviare tutta la documentazione alla Cassazione, la quale poi si pronuncerà per la risoluzione del conflitto di giurisdizione.

Gli avvocati Alessandra Furnari e Ivan Albo della famiglia di Scieri escono soddisfatti dalle aule del Tribunale Militare di Roma, per la riconferma da parte del giudice nel costituire il Ministero della difesa come responsabile civile, auspicandosi che il conflitto di giurisdizione venga risolto il prima possibile, considerandolo uno “sdoppiamento innaturale” che rischia di allungare ancora di più i tempi di giudizio.

Rimangono diverse zone d’ombra nella vicenda dell’omicidio di Emanuele Scieri, la prima fra tutte l’ora esatta della morte di Emanuele Scieri, decisiva per incriminare gli imputati anche di omissione di soccorso, che verrà ricercata attraverso un esame postumo della salma del ragazzo.

Un caso complesso, dalla peculiarità sulla questione giurisdizionale alle modalità drammatiche con cui è avvenuto, che portano alla ricerca della verità anche dopo 21 anni dalla sua morte e che a prescindere da quale tribunale verrà affidata la competenza l’impunità sulla tragica morte del giovane Sceri non è più prorogabile.

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