Alle 14 di lunedì 4 aprile ha messo finalmente piede in territorio polacco Volodymyr Grygorovych Znameroskyy, il volontario di Mediterranea Saving Humans, che era stato bloccato da domenica mattina alla frontiera ucraina di Korczowa.
Volodymyr, residente da trent’anni in Veneto e dal 1997 anche cittadino italiano, si era recato pochi giorni prima dell’inizio dell’aggressione russa, a Leopoli per i funerali del padre. Rimasto bloccato lì, si era da subito dedicato all’assistenza a donne e bambini in fuga dalle città bombardate e all’organizzazione delle missioni umanitarie. Ieri mattina stava facendo ritorno verso l’Italia sui van di Mediterranea, accompagnando una ventina di profughi diretti nel nostro Paese, quando le Guardie di Frontiera lo hanno bloccato in quanto maschio adulto di origine ucraina, oggetto di divieto d’espatrio per la mobilitazione generale.
Dopo ventiquattro di incertezze e tensioni la sua situazione, simile a quella di molti altri, è stata definitivamente chiarita. “Vogliamo pubblicamente ringraziare – scrive Mediterranea Saving Humans – la diplomazia italiana, a partire in particolare dall’Ambasciata d’Italia a Leopoli, che ha seguito passo dopo passo il caso giocando un ruolo determinante nella sua positiva soluzione, fino all’Unità di Crisi e ai vertici della Farnesina a Roma. Ma anche le Autorità Ucraine che, ad ogni livello, a Roma, Kiev, Leopoli e in frontiera hanno collaborato fattivamente.”
“Mentre guardiamo sgomenti all’atroce e vigliacco massacro operato dalle forze armate russe a Bucha e raccogliamo le drammatiche testimonianze di donne e bambini in fuga da città come Mariupol e Kharkiv, che sono adesso in salvo con noi – prosegue l’organizzazione di soccorso della società civile italiana – torniamo consapevoli del piccolo contributo dato negli ultimi giorni alla necessaria lotta contro la guerra. Grazie alla coraggiosa iniziativa assunta da decine di associazioni cattoliche e laiche, a partire dalla Papa Giovanni XXIII, abbiamo potuto portare la nostra testimonianza di pace nelle strade di Leopoli, consegnando aiuti umanitari sempre più necessari alla popolazione civile ucraina e mettendo in salvo altre decine di profughi dalla guerra.”
“Siamo consapevoli della sproporzione delle forze di fronte alla mostruosità di quanto sta accadendo, – conclude Mediterranea- ma non ci fermeremo e non ci arrenderemo: non vogliamo lasciare indietro nessuno, in terra come in mare. Quel Mediterraneo dove altri profughi continuano a perdere la vita, e verso il quale la nostra nave Mare Jonio salperà nei prossimi giorni.”