Caso Cipollini, il mondo del ciclismo tra ira e sconforto

Un’altra grossa batosta, l’ennesina purtroppo, è caduta sulla testa del ciclismo già in difficoltà per quanto riguarda il doping. La notizia, proveniente da Madrid, così ricca di dettagli da lasciare  poco spazio ai dubbi, dice che anche Mario Cipollini nella sua lunga e fulgida carriera di campione ciclista ha fatto ricorso al doping. 
   Insomma le sue strepitose e numerosissime vittorie – pensate solo al Giro d’Italia ben 42 successi di tappa record assoluto –  sarebbero stati ottenuti grazie all’uso di sostanze dopanti. Segnatamente nella stagione più bella, il 2002 quando vinse, tra l’altro, la Sanremo ed i campionati del mondo. Dopo la caduta del mito statunitense Armstrong, un altro mito è finito nella polvere provocando guai, amarezza, delusione in quanti per tanti anni hanno applaudito il lucchese Cipollini, asso invincibile negli sprint più regali. Questo nuovo inganno ha colpito al cuore il mondo degli appassionati della bicicletta. Ed in maniera profonda i 3-4 milioni di “seguaci” toscani di questa disciplina sportiva.
   Prima ancora di Cipollini tanti, troppi, campioni del ciclismo italiano sono incappati nelle maglie dei controlli antidoping. Ogni  giorno una tegola di questo tipo e così ha preso quota la brutta tesi che il ciclismo è sport per drogati.
   Ma da un anno e più le federazioni nazionali di ciclismo hanno adottato regole molto, ma molto severe. Non solo realizzando controlli sempre più sofisticati spesso effettuati a sorpresa anche fuori dalle gare per cui oggi sembra difficile barare e farla franca.
  Me c’è anche una presa di coscienza da parte dei corridori che hanno capito che se dovessero insistere nel correre barando presto non avrebbero più futuro.
Cipollini è stato un campione della nostra regione. Logico che questa notizia getta sui toscani amanti del ciclismo dolore, rabbia, delusione. E se la notizia troverà conferma ufficiale non mancheranno nemmeno le iniziative del Comitato diretto dal neo presidente Giacomo Bacci per inasprire ancor più la lotta al doping.
   Il mitico Alfredo Martini si è limitato a sussurrare che è stata l’ennesima pugnalata alla schiena del ciclismo. Basterà allontanare i bari dal tempio per restituire al ciclismo l’impronta della disciplina del popolo che non smetterà mai di amarlo perché è uno sport che esprime fatica, sofferenza, semplicità, fratellanza, solidarietà.
  Intanto la Federazione italiana di ciclismo si costituirà parte civile nell’inchiesta “operacion Puerto” nella quale appunto figura Cipollini. “Chiederemo – ha precisato il presidente Renato Di Rocco – anche alla Procura del Coni di indagare sui fatti accaduti nel ritiro di Salice Terme nel 2002” (l’anno in cui Cipollini vinsi a campionati del mondo).
  Quanto al Coni c’è da aggiungere che già da tempo è parte civile nel processo “operacion Puerto” Lunedi prossimo a Madrid per il previsto interrogatorio di Ivan Basso – altro nostro campione che ha dovuto scontare due anni di squalifica per doping – a rappresentare le istanze del Coni, oltre a legale iberico Ignacio Arroyo ci sarà l’avvocato Guido Valeri.
  Sulla linea ferma e decisa della Federciclismo ci sono anche la Lega italiana per il ciclismo professionisti e l’associazione organizzatori. Tutti aspettano con giustificato interesse ed con ansia gli sviluppi di questa sgradevole situazione. Speriamo che arrivi presto e tale da restituire credibilità e serenità al mondo della due ruote che si appresta ad iniziare – il 19 a Lajgueglia ed il 28 febbraio a Camaiore – la nuova stagione agonistica.
  Intanto nel tardo pomeriggio di oggi con un comunicato l’avvocato Giuseppe Napoleone di Lucca, legale difensore di Cipollini, dopo aver ricordato che il suo assistito fino al 2004 è stato residente nel Principato di Monaco e che il Tribunale di Firenze lo ha assolto con formula piena dall’accusa del reato di evasione fiscale, ha rigettato una per una tutte le accuse e rinnegato i dettagli verso Cipollini che figurano nell’inchiesta “operacion Puerto” aggiungendo che il suo cliente è disponibile a qualunque verifica ematologica di confronto con le 99 sacche di sangue ancora da identificare in possesso dell’autorità giudiziaria spagnola. L’avvocato Napoleone, insomma, ritiene di avere gli elementi validi per smontare tutte accusa di doping rivolte a Cipollini.

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