Sei mesi fa Ivan Strozzi lasciava il Campidoglio sbattendo la porta dopo un burrascoso faccia a faccia con il sindaco di Roma Ignazio Marino. Pochi giorni prima il manager reggiano era stato scelto dallo stesso primo cittadino per guidare l’Ama, la municipalizzata romana che si occupa dello smaltimento dei rifiuti. Un incarico prestigioso quanto difficile dal momento che l’azienda è piegata da debiti, clientele e inefficienze. Strozzi era stato scelto come presidente dopo tre mesi di “studio” sui curricula e una serie di durissimi scontri politici. Poi, con un tempismo davvero sospetto, era filtrata la notizia che il manager reggiano risultava indagato dalla Procura di Patti per traffico illecito di rifiuti. Una vicenda che risale a quando Strozzi era ad di Enìa. Diciotto le persone finite nel mirino della magistratura tra manager e amministratori per l’attività svolta da Enìa in Sicilia e il contratto stipulato nel 2005 con l’Ato Me1. Secondo gli inquirenti, la società Nebrodi Ambiente – vincitrice di un maxi-appalto per la raccolta dei rifiuti nel messinese e partecipata al 20% da Enìa – avrebbe commesso una serie di reati ambientali. Traffico illecito di rifiuti, frode e inadempimento di contratti in pubbliche forniture le accuse. L’inchiesta è ancora aperta, ma da quanto si è appreso Strozzi è risultato estraneo alle accuse ed è quasi certo che la vicenda vada a finire in un’archiviazione. Nel frattempo, però, Strozzi è stato costretto a dare le dimissioni, dopo avere ricevuto un trattamento non proprio generoso da parte della stampa romana e nazionale.
In questi mesi Marino deve avere riflettuto su quanto accaduto di fronte ai cumuli di rifiuti ai bordi delle strade (al vertice di Ama ora siede un politico, Daniele Fortini) ed è ritornato sui suoi passi. Nei giorni scorsi, dopo avere espresso il suo rammarico sul Corriere della Sera, il sindaco ha chiamato Strozzi e lo ha invitato nella Capitale per consegnargli la medaglia del Bimillenario di Augusto. Un riconoscimento prestigioso che nella testa di Marino deve rappresentare una sorta di risarcimento morale per l’ingiusto trattamento riservato al manager reggiano. Ma negli ambienti romani circolano anche voci che vorrebbero Strozzi di nuovo all’Ama con un nuovo importante incarico operativo. Sulla scrivania del sindaco Marino è infatti rimasta la bozza del piano industriale che l’ingegnere aveva presentato subito dopo la nomina. E con un po’ di ritardo qualcuno si è reso contro che oltre ai piani servono gli uomini che li facciano funzionare.