Case vuote, presidio a Casa spa, delegazione incontra il presidente Talluri

Firenze – Presidio con incontro fra il presidente di Casa spa Luca Talluri e una delegazione di manifestanti, stamattina 22 novembre. Sul tavolo, il problema delle case vuote mantenute tali anche per lunghi periodi, in dotazione al patrominio immobiliare dell’ente gestore, a fronte dell’emergenza abitativa che da sempre strangola Firenze. Il presidio, organizzato da Unione Inquilini, Cobas e Cub, Sportello solidale resistenza casa, Movimento di lotta per la Casa, si è tenuto verso le 10 in via Fiesolana, sotto le finestre della sede di Casa spa. 

Accolta la richiesta di incontro, una delegazione, formata da Giuseppe Cazzato dei Cobas, Marzia Mecocci del Movimento di Lotta per la Casa e Duccio Vignoli dello Sportello solidale resistenza casa, ha avuto un confronto con Talluri in cui si è giunti anche a una chiarezza sui numeri di immobili di cui si sta parlando. All’incontro ha partecipato anche il consigliere di SPC Dmitrij Palagi. 

E i  numeri, alla fine, sono stati confermati: oltre alle 160 abitazioni vuote che ad ora non hanno finanziamento, quelle con i lavori programmati, quelle finite e non assegnate, dal momento che è stato anche spiegato che c’è un vuoto fra la disponibilità della casa e i tempi di assegnazione del Comune, i numeri sono di circa 700 case vuote, vale a dire quanto era uscito dai dati del 2019 dell’Osservatorio regionale sulla Casa e dai “conti” che erano stati fatti dalle sigle organizzatrici del presidio . Che, d’altro canto, riceveranno dalla stessa Casa spa i dati aggiornati della situazione. 

L’altra questione è quella relativa all’assegnazione  di alloggi da ripristinare, per i quali nel nuovo regolamento uscito dalla giunta proprio in questi giorni si conferma, come nel precedente,  un’unica modalità con l’anticipo delle somme necessarie per il ripristino da parte degli assegnatari e il successivo recupero con lo scomputo dei canoni di locazione.

Questa modalità non ha incontrato finora un grosso successo tra gli assegnatari, i quali proprio per la loro condizione difficilmente dispongono di somme da anticipare.

Consentendo di svolgere, al momento dell’assegnazione, i lavori necessari in economia, vale a dire a carico della famiglia assegnataria  e con i controlli, posteriori, dei tecnici del Comune, molte famiglie sarebbero disposte a farsi carico del ripristino dell’alloggio con un significativo aumento di alloggi subito utilizzabili a fronteggiare l’emergenza abitativa.

 Una questione tuttavia su cui è determinante una modifica del regolamento, che ad ora non prevede tale canale e su cui si svolgerà un pressing sia da parte degli attori che rappresentano gli utenti, sia dai consiglieri comunali presenti.  

 

 

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