La rete di sicurezza contro la violenza di genere in Toscana conta oggi 12 centri antiviolenza e centri delle donne; 28 sportelli/centri di ascolto e 7 case rifugio, con un'offerta complessiva di 68 posti "che intendiamo potenziare in tempi brevi", come ha detto ieri il presidente della Regione Enrico Rossi a margine della cerimonia con cui è stato consegnato il Pegaso a Jessica Rossi, la ventitrenne grossetana che ha immediatamente denunciato l'ex che l'aveva pestata, anche con un video che ritraeva se stessa piena di ematomi postato sulla rete. Un potenziamento, quello preannunciato da Rossi, che si rende necessario per spezzare quella spirale di violenza e paura che travolge le donne cacciandole in un incubo la cui fine, spesso e purtroppo, è il femminicidio.
Un principio, quello di provvedere alle vittime delle violenze di genere facendo letteralmente “sparire” l'oggetto di violenza dalla portata d'azione del carnefice, di cui è ben consapevole il vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, che infatti commenta: "E' fondamentale porle al riparo dal contatto con i loro persecutori per consentire loro di riprendere una vita normale".
"Sono impegnata a finalizzare innanzitutto le risorse che potranno giungere grazie alla legge nazionale approvata ad ottobre 2013, che contiene misure e risorse contro la violenza di genere attraverso una valorizzazione della reti dei servizi territoriali e dei centri antiviolenza, proprio nella direzione indicata dal presidente Rossi – sono le parole che spende sulla questione la vicepresidente e assessore al sociale Saccardi – e dunque per il rafforzamento del sistema di accoglienza in strutture ad hoc delle vittime di aggressioni a carattere sessuale. E' fondamentale porle al riparo dal contatto con i loro persecutori per consentire loro di riprendere una vita normale".
Un potenziamento per concretizzare il quale Saccardi propone un'iniziativa molto interessante: "Aggiungo che sto lavorando ad una proposta che consenta l'utilizzo a questo fine anche di beni sequestrati alla malavita – prosegue – che ritengo una finalizzazione nobile tra i loro possibili utilizzi. Per il resto la Giunta regionale è poi impegnata a rafforzare tutto un sistema di interventi capaci di far interagire tutti i soggetti impegnati nel contrasto della violenza, sia il livello regionale che territoriale. Abbiamo il compito di promuovere attività di sensibilizzazione e di comunicazione, sostenere interventi di formazione degli operatori, accrescere il monitoraggio e la conoscenza del fenomeno, usando al meglio le risorse disponibili ed eliminando ogni spreco".