Firenze – Potrebbero essere oltre 800 sull’intero Lode fiorentino le case vuote del patrimonio immobilire abitativo dell’edilizia popolare. Un numero esagerato, per il presidente di Casa spa Luca Talluri, che però vedrebbe in ogni caso la maggior parte (circa 700, secondo i calcoli dei sindacati degli inquilini) gravare su su Firenze. Circa duecento poi, in città, potrebbero essere quelle che l’amministrazione avrebbe già in “tiro” per potere assegnare. Gli ultimi dati pubblici, che parlerebbero di circa 400 case, sono fermi al 2016. Ma fra i decessi e altri motivi, mettendo insieme i dati, si arriva a superare le seicento unità abbondanti, fino ad avvicinarsi al fatidico numero di 700 alloggi vuoti. Un numero comunque esorbitante, visto anche le liste d’attesa dei richiedenti di case popolari.
Allora, parte la campagna “Teniamole d’occhio!”, vale a dire un’iniziativa che, organizzata da Unione Inquilini, Resistenza Casa-Sportello solidale e Movimento di Lotta per la Casa , con l’adesione di Cobas e Cub, ha l’obiettivo di mettere in evidenza la presenza delle case vuote e non riassegnate del patrimonio immobiliare fiorentino, “stigmatizzandole” con un adesivo, da applicare sul portone blindato dell’appartamento e fuori, sull’ingresso principale. Un’iniziativa di presidio, che chiama in causa gli stessi assegnatari e che ha l’obiettivo di rendere visibile quella parte di patrimonio pubblico che spesso viene “dimenticato” sotto le pesanti e costosissime porte blindate che si ergono quando una casa, per motivi fisici (morte dell’assegnatario) o di altro genere rimane vuota. Una modalità, quella della blindatura, che vorrebbe allontanare il pericolo di occupazioni, ma che costa salata all’amministrazione:
Il grande numero degli appartamenti vuoti e da “sistemare” è un problema su cui si discute da tempo. Intanto, è stato messo in atto un sistema di ristrutturazione che prevede la partecipazione dell’eventuale assegnatario. Sì, ma il fatto che i lavori non possano essere eseguiti in economia ma debbano passare per Casa spa (previsione di legge) scoraggia gli eventuali “utenti” dal mettere in atto questa modalità. Sulla questione, pare si possa contare su uno spiraglio positivo per quanto riguarda la volontà dell’attuale assessore alla casa che sul punto ha già risposto che vuole trovare una soluzione per rendere il più possibile veloce il meccanismo di riassegnazione delle case vuote, vale a dire superando lo scoglio delle ristrutturazioni. Del resto, è il calcolo degli inquilini, le case hanno spesso solo bisogno di un’eventuale messa a norma, con ben pochi lavori di muratura.
Il luogo in cui si tiene la conferenza stampa per la presentazione della campagna, è via Rocca Tedalda, un luogo dove il problema dell’emergenza casa e del degrado è non solo sentito, ma veramente estremizzato. Gente arrabbiata, che si sente dmenticata e che vede le porte blindate crescere e non essere mai riaperte. Una situazione degradante, non solo per gli abitanti, ma per l’intero quartiere.
Sulla questione, è stata inviata dalle sigle che hanno organizzato l’iniziativa, anche una lettera all’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli, con la richiesta di un incontro urgente, tenuto conto della situazione emergenziale, affinché si accerti ” le disponibilità di adeguati stanziamenti finalizzati al recupero degli alloggi di risulta e i tempi necessari per determinare una concreta offerta abitativa”. La richiesta a Ceccarelli è conseguente, spiega Vincenzo Simoni dell’Unione Inquilini, alla notizia che sono stati sbloccati dei fondi per le abitazioni di risulta. “La costruzione ex novo è molto più complicata, anche precindendo dal problema del consumo di suolo. Il problema più grosso, circa le ristrutturazioni, è che vengono amplificati i costi, come spiegano i nostri utenti, per le manutenzioni anche le più ordinarie: si arriva a 15mila euro di richiesta solo per la messa a norma dell’impianto eletrico di un appartamento. I punti sono: accertare quali sono le disponibilità, spendere bene i soldi e assegnare”.
“La tensione con cui siamo stati accolti all’arrivo – dice Antonella Bundu, consigliera comunale di SPC – sottolinea l’importanza che la politica dia risposte urgenti e concrete a situazioni estreme come quelle che abbiamo toccato con mano. Abbiamo già richiesto di operare un censimento sugli immobili sfitti della città per potere giungere alla valutazione: non si può più consumare suolo pubblico, ma le case ci sono. Dai nostri calcoli, ci si avvicina ai 700 alloggi vuoti solo a Firenze. Con questi alloggi, si potrebbe dare una prima risposta all’emergenza, ma è l’intero sistema che dev’essere rivalutato”.
“La questione prinicpale – dice Marzia Mecocci del Movimento di Lotta per la Casa – verte sul punto che l’emergenza abitativa è diventata insostenibile, a fronte di una incomprensibile lentezza nell’assegnamento delle case che pure esistono, sono vuote e vengono sbarrate da costosissimi portoni blindati. Chiediamo dunque che, anche con la partecipazione della Regione, le case vuote di Firenze vengano ristrutturate e assegnate il più presto possibile. Questa iniziativa, che è solo un primo passo, ha l’obiettivo di rendere visibile la consistenza del patrimonio popolare sfitto e ancora chiuso e inutilizzato”.