E’ iniziato da Bologna il giro di vite sugli inquilini delle case popolari. Come annunciato mesi fa dalla Regione Emilia-Romagna, a breve cambieranno le modalità per concedere gli alloggi: non più a vita, ma in base alle condizioni di reddito e patrimonio.
Intanto, nel capoluogo emiliano si è mossa la Guardia di Finanza. Gli agenti hanno scoperto più di un migliaio di inquilini di case popolari che dichiaravano un reddito più basso rispetto a quello reale, o l’assenza di patrimoni immobiliari a fronte di diverse case di proprietà. Il tutto per risultare idonei all’assegnazione nelle graduatorie di edilizia pubblica per un alloggio. Per ora sono 1.227 gli inquilini dell’edilizia pubblica privi dei requisiti smascherati da un’indagine della Guardia di Finanza di Bologna, commissionata dalla Procura sotto le Due Torri e in collaborazione con Acer, l’Azienda Casa Emilia-Romagna della provincia di Bologna.
Le indagini delle Fiamme Gialle sono durate due anni, e al termine dei diversi controlli sugli affittuari per il periodo 2009/2012 sono emerso numerose false dichiarazioni. Non solo sul reddito percepito, ma anche sul proprio patrimonio. Tanto che alcuni assegnatari avevano persino più di un appartamento di proprietà, pur continuando a pagare un canone di locazione basso per un alloggio pubblico. Nove persone, invece, in questi anni di “dichiarazioni sostitutive uniche” falsate sono riuscite a risparmiare complessivamente quasi 200mila euro. Per questo sono state denunciate per indebita eccezione di erogazioni a danno dello Stato. Acer ora potrà avviare le procedure previste per il recupero delle somme, e gli assegnatari che hanno ottenuto l’indebito risparmio di spesa saranno multati. Negli ultimi due anni la Guardia di Finanza ha stanato 3.400 false dichiarazioni con un danno economico complessivo di 2,4 milioni euro.