Case popolari di via Toscanini, bomba sociale, miccia innescata

Firenze – Il problema del blocco di case popolari di via Toscanini comincia a far parlare di sè. La questione è stata portata all’attenzione del consiglio comunale attraverso una domanda di attualità del capogruppo di Firenze riparte a Sinistra Tommaso Grassi, che, rivolgendosi all’assessore Sara Funaro, ha richiamato l’amministrazione ai problemi di convivenza che fanno del blocco in questione una vera e propria bomba sociale. Con la miccia innescata.

“I problemi di convivenza tra gli assegnatari degli alloggi Erp di via Toscanini necessitano un intervento. L’amministrazione ha fatto degli errori, è innegabile – dice Grassi – se in una zona si inseriscono tutte quelle persone con un grado maggiore di difficoltà di inserimento, poi non ci possiamo certo stupire. E gli scontri si acuiscono molto velocemente”. Dunque, il problema deriverebbe in buona sostanza dall’aver affastellato in quelle abitazioni, gomito a gomito, famiglie con grandi disagi sociali e di inserimento, magari anche appartenenti a etnie molto diverse e confliggenti. “Tra gli obiettivi dell’assessora Funaro c’è quello di stilare un protocollo di intesa che preveda regole ferree sulla civile convivenza negli alloggi – ricorda Grassi nel suo intervento – ne siamo contenti. Ci tranquillizzano le sue parole, ma solo in parte, perché non ci sono tempi certi per la risoluzione del problema nello specifico caso”.

Nello specifico caso infatti sembra che problemi segnalati un po’ ovunque a Firenze nel campo dell’edilizia popolare, abbiano un connotato di emergenza che è ormai a livello di guardia. Si tratta senz’altro di problemi di convivenza, ma al di là della generica definizione, i cittadini assegnatari parlano non solo di situazioni molto gravi come ad esempio la persistenza di una rete di spaccio, o di minacce subite dagli stessi inquilini sul pagamento dei servizi di pulizie, che sarebbero svolti internamente avendo rifiutato l’intero condominio la proposta di Casa spa di occuparsene con una propria “ditta”, ma anche di situazioni più spicciole ma altrettanto delicate come l’occupazione degli spazi comuni da parte di famiglie private, manomissione degli arredi, ecc.

I motivi di questa recrudescenza di illegalità e comportamenti scorretti nei circa 90 alloggi di via Toscanini sono in parte spiegati da Laura Grandi, segretaria del Sunia toscano, che punta il dito sul sistema seguito per le assegnazioni. “Negli alloggi in questione – ricorda Grandi – sono confluiti, gomito a gomito, provenienti da sfratti per morosità, dall’emergenza, famiglie di diverse etnie e diversi atteggiamenti”. Il risultato, un mix esplosivo di “casi” che rischiano di intraprendere solo la via del conflitto. “Lo dimostra il fatto che la situazione presenta una convivenza difficilissima, in cui le difficoltà del Comune sono innegabili. A conti fatti, nel caos vige una sola legge, quella del più forte”.

Insomma, tutto il contrario della legalità. Tant’è vero che non esiste neppure quello che spesso è stato uno strumento, pur con tutti i suoi limiti, di“controllo” della conflittualità, vale a dire l’autogestione. Emblematico anche il fatto che le pulizie scale vengano svolte “internamente”, e che proprio da questa situazione sarebbero scaturite le “minacce”.

“La soluzione ci sarebbe – continua Grandi – riponiamo molte speranze nel nuovo regolamento, che, a detta dell’assessora stessa, dovrà essere fatto e entrare in vigore al più presto. Al momento, riteniamo sia l’unico passo possibile”. Il “regolamento” atteso non solo dai sindacati, ma anche dalla maggior parte degli stessi assegnatari. Non solo: “Una volta che il regolamento, che conterrà un codice di comportamento preciso, entrerà in vigore, sarà necessario sorvegliarne l’applicazione”. Dunque, controlli, molto più pregnanti e diretti di quanto fatto finora. Anche perché il nuovo codice di comportamento prevede che, sanzione dopo sanzione, richiamo dopo richiamo, si possa giungere fino alla decadenza dal diritto. Del resto, qualsiasi sia la situazione in cui ti trovi (è questo il ragionamento di fondo) se disturbi e impedisci una convivenza pacifica, l’unica via che rimane è l’allontanamento. “Non siamo ancora alla situazione, ormai ingestibile, in cui versano grandi città come Milano o Roma – conclude Grandi – se i nuovi strumenti non verranno applicati, il problema diventa tutto politico. Non si può piangere quando i buoi sono scappati”.

“Gli alloggi di via Toscanini sono stati assegnati a fine bando 2012 – è il commento di Asia-Usb, a significare che il problema è ormai non solo ben conosciuto, ma anche stantìo – quanto alla scelta di mettere insieme un gran numero di situazioni di per sé già deteriorate col risultato di creare un disagio ancora più grosso, è un falso problema. Infatti, per disposizione di legge, le assegnazioni devono seguire la graduatoria, indipendentemente dall’etnia degli assegnatari. Il problema dunque è in primo luogo quello di cambiare le regole, se si vuole raggiungere l’obiettivo di fare attenzione alla composizione dei blocchi. Ad ora è impossibile fare “scelte”, magari in base alle provenienze etniche”.

Dunque, il problema è, per Asia, non solo e non tanto quello delle provenienze etniche o sociali, ma quello dei controlli, che andrebbero fatti su alloggi e famiglie. “Le fasce disagiate, con problemi di sopravvivenza, devono arrangiarsi per sopravvivere – continuano da Asia – ci sarebbe bisogno di una sorveglianza che controlli più da vicino ciò che succede, tenendo d’occhio il rispetto della legalità, l’illegalità e gli abusi”.

Quanto al nuovo codice di regolamento, il sindacato di base si dice non convinto. “Il codice di comportamento c’è, sia da parte di Casa spa che del Comune ed è piuttosto stringente, con la previsione di sanzioni e anche di decadenza. Se non viene applicato tuttavia rimane lettera morta, come rischia di rimanere il nuovo regolamento. Il vero problema è: si vuole fare controlli sul territorio o no? Se i comportamenti illegali o scorretti o abusivi venissero sanzionati sul nascere, non ci sarebbe bisogno di altro. Non si può far finta di ignorare il problema. Anche perché non è più possibile”.

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