Cascine ed edifici occupati, due pesi e due misure

No risorse, mezzi e personale per il parco di Firenze, forse il problema è la priorità

Firenze – Dopo il caso che ha scosso la città del giornalista del Corriere Fiorentino aggredito mentre stava documentandosi per un articolo sullo spaccio alle Cascine, si è assistito a una levata di scudi per quanto riguarda il Parco fiorentino, di fatto sottratto all’utilizzo da parte della cittadinanza, almeno in alcune aree. Abbiamo raggiunto l’avvocato penalista Sauro Poli, che ha acconsentito a riflettere con noi su una questione ormai storica, ovvero la sottrazione all’uso pubblico del più grande e bel polmone verde di Firenze da parte di gruppi che ritengono quella zona del territorio ormai di proprio dominio.

Potremo tornare a passeggiare per le Cascine senza guardarci alle spalle?

“Sulla questione si possono fare alcune considerazioni. Ciò che salta agli occhi è un dato molto evidente. Nell’agosto scorso è stato sgomberato lo studentato autogestito PDM, che riguardava una palazzina lasciata all’abbandono da svariati decenni , acquisita da qualche tempo dell’Ausl mentre una decina di giorni prima era stata sgomberata un’altra palazzina in viale Corsica. Due luoghi sede di occupazioni storiche, che riguardavano immobili lasciati all’abbandono, e che non avevano impatti particolari sul territorio (lo sgombero di viale Corsica produsse anche un moto di solidarietà e indignazione fra i residenti, ndr) . Tuttavia, le due operazioni furono svolte con grande dispendio di mezzi, di soldi e personale, con un elicottero da cui si calarono degli agenti sul tetto in cui avevano preso posto due dei sette occupanti del PDM”.

Pare di capire che, secondo lei, forse nella scala di priorità degli interventi da parte della Questura, le Cascine non sono al primo posto?

“Non lo so. Mi limito a chiedere al questore di Firenze e al Procuratore capo della Procura fiorentina : come mai gli sgomberi degli edifici occupati hanno visto la disponibilità di mezzi, personale e risorse, persino con il richiamo di rinforzi dalle province limitrofe, mentre nel caso dell’occupazione delle Cascine, non si riesce ad attivare lo stesso modus? Aggiungo inoltre un particolare: fra i sette studenti che si trovavano nello stabile del Pdm, quattro sono stati gratificati del foglio di via, praticamente l’espulsione da Firenze, per tre anni. La motivazione? Rappresentare un pericolo per l’ordine pubblico in quanto , per eseguire lo sgombero, si è dovuto ricorrere a personale delle province accanto”.

Insomma, due pesi e due misure?

“Difficile rispondere a questa domanda. I fatti sono questi: agenti, risorse e mezzi vengono reperiti per gli occupanti di immobili abbandonati da anni , ritenuti anche pericolosi per l’ordine pubblico, ma per le Cascine occupate da anni? L’ultimo episodio, accaduto a un giornalista del Corriere Fiorentino, ha reso ancora più evidente il tema, che è la possibilità di andare alla Cascine a prendere il fresco senza guardarsi le spalle, mettersi a sedere su una panchina , passeggiare , fare due chiacchiere con un’amico la sera. Svolgervi il proprio lavoro senza doversi preoccupare di chi si avvicina. E per quanto riguarda la pericolosità per l’ordine pubblico, forse qualche problema sussiste anche fra gli occupanti delle Cascine. In sintesi, vorrei chiedere al Questore qual è la ratio che consente di trovare mezzi, sia di personale che di risorse, per un caso e non per l’altro. E’ più urgente restituire ai cittadini le Cascine o la palazzina dell’Asl, col suo progetto per psichiatrici nato già zoppo?”. In estrema sintesi, a valle dello sgombero, sarebbe dovuto partire infatti un progetto sull’immobile a favore dell’abitare per persone con disagio psichiatrico. Ma il progetto non aveva previsto che lo spazio per un’eventuale intervento di ambulanza non c’è.

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