Casa, dalla Regione la sintesi degli interventi e le nuove prospettive

Firenze – Una mappatura tecnico-finanziaria importantissima, che dà la misura dell’impegno sul tema dell’abitare in Toscana, è quella che ha fatto ieri, nel corso dell’iniziativa “Case popolari in Toscana: sempre di più, sempre più accoglienti, sempre più sostenibili” organizzata da Cgil Toscana e Sunia Toscana, il super dirigente regionale Aldo Ianniello, che si occupa, fra le varie competenze, del settore politiche abitative della Regione Toscana.

Tirando le fila di ciò che è stato fatto nel quinquennio per le politiche abitative in Toscana, senz’altro in primo piano  la nuova legge regionale, la 2/2019, che fu approvata, come ricorda Ianniello, “dopo ampio confronto”. Al netto delle critiche che vennero immediatamente mosse al nuovo testo legislativo, fra cui la più significativa uella mossa all’art. 8 per quanto riguardava le condanne penali, “baco” che tuttavia sembra ancora irrisolto (https://www.stamptoscana.it/nuova-legge-regionale-erp-caos-sui-requisiti-della-condanna-penale),  “con questa legge si è voluto raggiungere maggiore equità, più efficienza, più autonomia dei territori. Si sono stabilite quote sufficientemente alte da destinare alla mautenzione degli alloggi, si è dato titolo ai comuni di poter destinare fino al 40% degli alloggi sulla base di speciali graduatorie improntate e strutturate con criteri pensati per la specificità dei territori, in autonomia o per fronteggiare situazioni di emergenza”. Territori più autonomi che significa fra le altre cose che  “i Comuni possono mettere in atto soglie di Isee per stabilire la decadenza dagli alloggi popolari, soglie specifiche per quel territorio sebbene entro il tetto massimo previsto dalla legge. Inoltre, non sono stati stabiliti aumenti generalizzati dei canoni, ma si è pensato a premialità per chi alloggia in appartamenti con bassa efficenza energetica, quindi per chi si trova a dover affrontare costi di bollette più elevati. E’ stata introdotta la figura del mediatore sociale eculturale e la creazione di un sistema di punteggio che favorisca persone che da più tempo hanno legami sia di residenza che di lavoro col territorio”. Punto, quest’ultimo, ovvero il legame fra tempo di residenza e requisito d’accesso, che sollevò a suo tempo polemiche anche pesanti (https://www.stamptoscana.it/legge-erp-lombardia-incostituzionale-sindacati-anche-quella-toscana-va-modificata/).

“Per quanto riguarda il sostegno all’affitto – continua Ianniello – ricordo che la Toscana è stata la prima regione ad attivarsi, già nel periodo del lockdown, mettendo in condizione i Comuni di pubblicare velocemente dei bandi finalizzati a sostenere il pagamento dei canoni (3 mensilità) per coloro che si sono trovati a perdere il 30% del reddito a causa della pandemia”. Ovviamente, a questi bandi non sono riusciti ad accedere i nuclei famigliari che si basavano principalemnte su lavoro nero o “fuori busta”, dal momento che non hanno potuto dimostrare il requisito principale, ovvero la perdita di reddito del 30% causa misuro anti-covid. Al netto di questa platea di invisibili, “a questi bandi straordinari – dice Ianniello – hanno risposto cira 18mila famiglie”, con una percentuale di soddiisfazione che si colloca nei termini dell’82%  per quanto riguarda i capoluoghi e i comuni ad alta tensione abitativa, del 70% per gli altri comuni.

“Le risorse messe in campo sono state di un milione e 900 mila euro di fondi regionali, oltre ai 7 milioni di risorse residue già nella disponibilità dei Comuni e a una prima tranche di 3 milioni e 900 del fondo affitti per il 2020. A queste risorse potranno aggiungersi quota parte di ulteriori 9 milioni e trecentomila che sono previsti sempre come fondo per gli affitti del 2020, contando così di poter arrivare a una soddisfazione prossima al 100% di queste domande – spiega il dirigente – ricordo anche che nel quinquennio le risorse impiegate a sostegno dell’affitto sono state nell’ordine di 31 milioni, oltre a 16 milioni destinate alla morosità incolpevole. Venendo alla mappatura degli investimenti, gli impegni assuti per l’Erp ammontano a 145 milioni per recupero e costruzione di nuovi alloggi e anche per la modalità dell’acquisto di nuovi alloggi già realizzati. Quanto a questa voce specifica, in 10 comuni sono stati acquistati 108 appartamenti, per un importo complessivo di 14 milioni. A questo possiamo aggiungere l’autorizzazione di oltre 40 milioni (negli anni) di investimenti da parte di Lode”.

Spostandoci sulla programmazione corrente, quindi 2020-2022, “abbiamo lo stanziamento di altri 45 milioni, finalizzati per 28 alla manutenzione e all’adeguamento di fabbricati Erp secondo una programmazione che si sta svilupando d’intesa con i Comuni, 3 milioni per l’autocostruzione, con un bando già pubblicato in scadenza il 31 ottobre, 4,4 milioni per interventi di miglioramento energetico in fabbricati Erp (bando in scadenza il primo ottobre), oltre 4 milioni di cofinanziamento per l’attivazione della nuova fase del piano dell’edilizia abitativa nazionale”. Da menzionare infine il programma ministeriale della qualità dell’abitare, in attesa della pubbicazione del decreto, che prevede 853 milioni, a livello nazionale ovviamente, a partire dal 2020 al 2030. “In termini di prospettiva, val la pena ricordare la legge 78/2020, “Disposizioni per la realizzazione di interventi di edilizia di tipo sperimentale  in materia di alloggi sociali a seguito dell’emergenza covid”. Si tratta della sottoscrizione di due milioni di nuove quote per il fondo housing sociale, due milioni che consentiranno come leva finanziaria di mobilitare un investimenti complessivo pari a 15 milioni di euro. Ricordo che nel 2014 la Regione ha sottoscritto una quota di fondo housing Toscana  di 5 milioni, andando a integrare un fondo complessivo di 140 milioni cui partecipa cassa depositi e prestiti e istituti finanziari del territorio. Il fondo gestisce 765 alloggi locati a canon calmierati e oltre 483 sono in via di ripetizione – conclude Ianniello – questa sottoscrizione  di nuove quote che porta allo sviluppo dei 15 milioni di investimenti, è finalizzato, grazie a un apposito protocollo che deve essere sottoscritto, a nuove forme dell’abitare per dare risposta a quelle esigenze che l’emergenza covid ha portato alla ribalta”.

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