leggo dell’ennessimo aumento previsto per la raccolta dei rifiuti, aumenti che “stanno andando fuori controllo”, che non trovano giustificazione e che, soprattutto, vengono applicati in maniera iniqua essendo ancora ben la dal venire la “Tariffa puntuale” (si paga/dovrebbe pagare in base alla quantità dei rifiuti prodotti).
Nel business dei rifiuti tutti guadagnano. Guadagnano i vari consorzi che ricevono una “vada” dai produttori che, ovviamente, la scaricano sul prezzo del prodotto. Guadagnano le aziende che riciclano i rifiuti differenziati. Guadagnano le aziende che fanno la raccolta. Guadagnano le discariche e gli inceneritori. Guadagnano i superpagati dirigenti… E noi? Paghiamo, paghiamo sempre ed inoltre ci troviamo beffati dalla Stato che non applicando una sentenza della Corte Costituzionale non ha rimborsato l’IVA sui rifiuti, IVA non dovuta e “rapinata” per anni (sono oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro) Purtroppo non possiamo evitare di ricordare il silenzio di Iren quando chiedemmo “un atto di coraggio e di giustizia fiscale” nel decidere, motu proprio, di restituire l’IVA incassata per conto dello Stato. Purtroppo non possiamo evitare di ricordare che lo Stato, a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale, fu tempestivo nel rimborsare la “cosiddetta trattenuta di solidarietà sulle pensioni d’oro” (55 milioni).
Se continua così, non ci resterà che fare come fece Garibali che il 26 novembre 1875 scrisse all’esattore del Re: “Mi trovo nell’impossibilità di pagare le imposte”? Ma noi non siamo Garibaldi, “siamo semplicemente il popolo”. Se facessimo una cosa del genere ci verrebbero a “tor fin i cavalet dal let” (prendere tutto ciò che abbiamo)
Amaramente