Firenze – La crisi energetica non rischia solo di scompaginare il tessuto economico tout court, ma anche quello sociale, a cominciare dagli strumenti principali di aggregazione e partecipazione solidale, ovvero la rete di associazioni preziosa in tutta Italia, fondamentale in Toscana. A lanciare l’allarme, con una nota congiunta, sono Arci e Acli toscane: “Siamo molto preoccupati per la salute delle nostre comunità. I dati che ci riportano le nostre associazioni mostrano un forte aumento delle condizioni di disagio sociale e mostrano i segni della disaggregazione di legami sociali e di un generalizzato smarrimento della motivazione verso la partecipazione e le relazioni solidali – si legge nella nota – questo quadro è ulteriormente aggravato dalla crisi energetica che si è indistintamente abbattuta sulle famiglie, sulle realtà economiche e sul terzo settore mettendo a rischio l’apporto di tutti alla ricostruzione delle comunità post pandemia”.
Il nocciolo del problema è, come in altri casi, che proprio al limite della sopportazione per i due anni di sacrifici imposti dalla pandemia, quando si potva pensare di tirare il respiro, il costo dell’energia arriva come una mazzata su un corpo già stremato. “Dopo due anni di grandi sacrifici, il drastico aumento dei costi delle utenze, in media salito di oltre il 40%, rischia di compromettere seriamente le possibilità di tenuta della rete circolistica che invece è uno degli attori strategici per la messa a terra di politiche di sostegno per le fasce più deboli della popolazione e di aiuto per tutte le persone a rischio di esclusione sociale”, si legge nella nota.
In ballo, la forte connotazione di luogo di aggregazione e presidio sociale dei circoli toscani. La riapertura delle sedi sociali dei circoli sta infatti restituendo alle comunità un luogo di ritrovo dove, oltre alle attività culturali, teatrali e musicali, nonché alle attività ricreative ed educative per bambini e ragazzi, le persone a rischio di marginalità sociale possono trovare aiuto e supporto. È indispensabile, quindi, dicono da Arci e Acli, “un investimento per sostenere queste reti di prossimità e con esse la ricreazione delle relazioni sociali perché non è rimandabile un intervento soprattutto con riferimento alle fasce di età dei più giovani e dei più anziani, più marcatamente colpite dalle conseguenze sociali della pandemia”.
“Abbiamo avviato – dice il presidente di Acli Toscana Giacomo Martelli – una riflessione a livello regionale sulla sostenibilità energetica ed ambientale delle nostre sedi, volta anche alla condivisione delle buone prassi che già ci sono, ma questo deve essere inserito in un gioco di squadra che vede istituzioni, operatori economici e politica impegnati ad una seria revisione delle politiche energetiche”.
“Gli aumenti dei costi dell’energia – dice il presidente di Arci Toscana Gianluca Mengozzi – riducono drasticamente il potere di spesa delle famiglie per la cultura, lo sport, il tempo libero, il gioco e lo spettacolo, con conseguenze gravi specie per le giovani generazioni. I circoli culturali e ricreativi toscani sono fondamentali per dare una risposta a queste nuove esigenze, ma vanno aiutati a resistere ai vertiginosi aumenti delle bollette: il Governo tenga in conto di questa necessità”.
Foto: il tradizionale apputamento del 25 aprile organizzato dal circolo di San Niccolò