Carnage: psicodramma domestico

Film cerebrale che mette alla berlina la facciata socialmente opportuna dei rapporti interpersonali.

carnageBreve psicodramma domestico teso e cerebrale che mette alla berlina la facciata socialmente opportuna e controllata dei rapporti interpersonali. Con attori in stato di grazia ed una scrittura magistrale.

Alla base c’era la piece teatrale Le Dieu du carnage, della drammaturga francese Yasmina Reza. Qui si è innestata la maestria del regista di origini polacche Roman Polanski che, adattato il testo originale per il grande schermo ed accorciatone il titolo in più semplice e simbolico Carnage, ha dato vita ad un piccolo psicodramma domestico – solo 79 minuti – di indiscutibile potenza.

Lo spunto è in effetti molto semplice: in seguito ad una lite tra due ragazzini in cui uno ferisce l’altro in volto, i genitori del discolo si recano a casa dei genitori della vittima per cercare di affrontare in maniera civile la questione, trovando inizialmente un clima molto disteso e collaborativo. Tutt’altro che prevedibile o banale, invece, appaiono lo sviluppo dialogico e le implicazioni metafisiche dell’interazione tra i quattro professionisti. Entrambe le coppie sono orientate a minimizzare l’accaduto per dare una veste socialmente opportuna e controllata a questa pacifica risoluzione tra adulti. Tuttavia, mano a mano che i discorsi si fanno più personali e affrontano il contenzioso da un punto di vista etico o morale, vengono a galla – con frecciatine, momenti di isteria e addirittura reazioni fisiche o biologiche – tutte le insofferenze di ciascuno verso sistemi di valore (o addirittura le scelte personali) degli altri, creando anche inaspettate ed estemporanee alleanze ideologiche volte ad alterare gradualmente la balance of power delle parti in causa e dell’intera avviluppata e cerebralissima discussione.

Protagonisti unici e logorroici del film, quattro attori straordinari: le premiate star femminili Jodie Foster e Kate Winslet, la rivelazione tarantiniana Christoph Waltz (nel suo ruolo migliore dopo la magistrale interpretazione in Bastardi senza Gloria) e il bravissimo John C. Reilly, ex attore feticcio di Paul Thomas Anderson qui perfettamente a suo agio assieme a tre consacrati mostri sacri della scena hollywoodiana.

Una pellicola gradevole ma tesa, statica ma serrata, lineare ma complessa. In breve, un piccolo capolavoro. Da guardare, ascoltare ed osservare per tutta la sua succosa ed intensa brevità.

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