È Carlo Fuortes il nuovo sovrintendente del Maggio musicale fiorentino. Come già questo giornale aveva anticipato lo scorso dicembre. Poi le vicende si erano ingarbugliate in una serie di sì e di no, anche se il nome dell’ex ad della Rai e ex sovrintendente dell’Opera di Roma era restato sempre in pole. Dopodiché, anche le vicende più ingarbugliate vengono a fine e Fuortes, che già questa domenica 24 potrebbe essere in teatro e sicuramente sarà nelle sue funzioni per l’inaugurazione dell’85* Festival il 22 aprile, è stato nominato sovrintendente nel primo pomeriggio di sabato 23 marzo il ministro alla cultura Gennaro Sangiuliano, alla presenza del suo rappresentante nel consiglio di indirizzo della Fondazione fiorentina.
Ovvero, il notaio pratese Gennaro Galdo, di fresca nomina di vice presidente del Cdi medesimo di cui si è cambiato precipitosamente lo statuto per avere due vice invece di uno (il presidente è il sindaco Dario Nardella e l’altro vice è il rappresentante della Regione, Valdo Spini) in modo da bilanciare ai vertici di un organismo, che pure, diversamente da un Cda non ha grandi poteri, destra e sinistra e così permettere al ministro che aveva tentato tramite il voto di Galdo, di far scivolare, da apprezzato commissario di successo a sovrintendente, Ninni Cutaia. In modo da scavalcare il sindaco Pd Nardella che è sempre stato un accanito partigiano di Fuortes e chiudere con un nome di indiscusso prestigio la scarsamente brillante vicenda della sua precedente nomina di Pereira di cui la procura ha appena chiesto il rinvio a giudizio per peculato e malversazione. Ma su sette membri del consiglio di indirizzo (Cdi), solo il rappresentante del ministro, il notaio Galdo, aveva votato per Cutaia e Sangiuliano, in imbarazzo anche di fronte ai rappresentanti locali di Fdl, ha dovuto rinunziare trovando l’escamotage delle due vicepresidenze. Ma l’ufficialità è arrivata solo adesso, dopo un secondo Cdi in cui Galdo ha preso atto della situazione ma è anche diventato il secondo vicepresidente.
Esce di scena definitivamente l’ipotesi Ninni Cutaia, che già aveva chiuso il suo doppio mandato di commissario, dal marzo del 2023 a questo marzo, lasciando il teatro con i conti scrupolosamente rimessi a posto, i debiti di Pereira pagati e il debito strutturale del teatro ridotto ai 29 milioni dovuti alla legge Bray che però vanno pagati di anno in anno. Il tutto, con il sostegno del contributo straordinario di circa 8 milioni dei soci pubblici e privati (Ministero, Regione, Comune, Città metropolitana , Fondazione CR Firenze, Banca Intesa). Cutaia aveva già anche abbassati i prezzi dei biglietti, stabilito rapporti con altre istituzioni culturali della città e completato i programmi, pur ristretti dalle scarse finanze dopo il terremoto Pereira, per le stagione e 2024 che 2025, lasciando però quest’ultima senza firme dei contratti per non obbligare l’eventuale successore.
Eccolo il successore. Dichiara Sangiuliano appena firmato il decreto di nomina: “Auguro buon lavoro al Sovrintendente Fuortes, chiamato a rilanciare una delle maggiori istituzioni culturali della Nazione, risanata grazie all’opera del commissario straordinario Onofrio Cutaia cui rendo merito, e a dare lustro alla sua vocazione internazionale”.
Soddisfatto Nardella “La nomina di Carlo Fuortes è una bellissima notizia che finalmente chiude una fase molto difficile e dolorosa e apre nuova fase di futuro, rilancio e ottimismo. Ringrazio il Ministro per aver valorizzato la leale cooperazione tra tutte le istituzioni, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina e Bernabò Bocca, presidente di Fondazione Cr Firenze. C’è stato un grande gioco di squadra che ha messo al centro l’interesse del Teatro del Maggio con i suoi lavoratori e il suo prestigio artistico. Fuortes è una figura con indubbia esperienza grazie al lavoro svolto con risultati eccellenti al Teatro dell’Opera di Roma e alla direzione della Rai oltre ad altre istituzioni culturali. Con il Cdi nel suo nuovo assetto e il nuovo sovrintendente si gettano le basi per un rilancio della Fondazione alla vigilia dell’apertura del Festival senza trascurare l’importanza del consolidamento economico-finanziario di questa istituzione. Sono felicissimo di concludere il mio mandato con questo successo, dopo mesi molto difficili”.
Tocca Fuortes a parlare: “Sono felice e onorato di poter contribuire nel ruolo di sovrintendente alla grande storia di questo teatro, che dal 1933 arricchisce il patrimonio musicale del nostro paese. Il Maggio Musicale Fiorentino è una delle più prestigiose tra le istituzioni che rappresentano l’eccellenza culturale italiana nel mondo. Ringrazio per questo incarico il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, il presidente del teatro e sindaco di Firenze Dario Nardella e tutti i componenti del Consiglio di Indirizzo per la fiducia confluita sul mio nome, tutti i soci pubblici e privati”. Un riconoscimento a Cutaia che ringrazia “per l’importante lavoro di risanamento svolto dopo il gravissimo dissesto della gestione precedente”.
Già, il dissesto. Fuortes ci avrà sicuramente a che vedere. Il disastro è rimediato , ma il deserto di cassa operato da Pereira non può e non potrà non pesare ancora per svariato tempo, chiunque tenga adesso il timone della barca. Con questo Fuortes dovrà combattere sapendo già forse che modificare la rigorosa programmazione di Cutaia, che evidentemente non è la sua, potrebbe costare un gioco da acrobati. Per non dire dell’altro scoglio che il nuovo sovrintendente si troverà immediatamente a dover superare: l’ormai prevedibile uscita di scena del direttore principale Daniele Gatti che in questo momento è la vera stella all’occhiello del Maggio ma che con grande probabilità, scadendo Chailly nel 2025, verrà chiamato alla Scala, un’evidente sirena allettatrice per prestigio e anche stipendio che nessuno rifiuterebbe. Con chi rimpiazzarlo, per di più a corto di sostanze come è il Maggio?
Vediamo cosa ne pensa Fuortes, già provato dalle dimissioni dalla Rai a lui praticamente imposte da questo governo con lo scambio del trasferimento come sovrintendente al San Carlo di Napoli, tramite il sostegno di un’intrepida ma mal congegnata legge ad personam di Sangiuliano che lo ha fatto scendere di poltrona appena salitoci, essendoci stato reinsediato dal tribunale il vecchio sovrintendente Lissner, e poi compensato, non senza un lungo tira e molla, con la nomina al Maggio.
Fuortes sembra non avere paura e affidarsi alle potenzialità del teatro: “Sono consapevole delle responsabilità che mi attendono e dei compiti che questo incarico comporta. Sebbene sia troppo presto per annunciare programmi, mi impegnerò a lavorare per un nuovo progetto culturale e artistico, che possa confermare il ruolo straordinario di questo grande teatro, attraverso l’eccellenza artistica della programmazione ma anche grazie alla sua sostenibilità operativa, economica e finanziaria. So di poter contare su due compagini artistiche, l’orchestra e il coro, di assoluto valore internazionale, sulla guida di Daniele Gatti, direttore principale al quale sono legato personalmente e professionalmente, e del maestro Zubin Mehta, direttore emerito, uno dei più grandi direttori di tutti i tempi. So anche di poter fare affidamento su tutte le persone che fanno parte del Maggio, dai tecnici dei vari settori agli amministrativi che sono impegnati quotidianamente nel loro lavoro con competenza e professionalità. Tutto ciò mi convince delle enormi potenzialità del Maggio Musicale Fiorentino e mi permette di dire che la mia non è una scommessa, ma una certezza che darà ottimi frutti, degni della storia del Maggio”.
In foto Carlo Fuortes