Carlo Bernardini ha avvicinato gli italiani alla cultura scientifica

Reggio Emilia – Conoscevo Carlo da una vita.  Siamo quasi coetanei: abbiamo attraversato buona parte del secolo breve condividendo interessi e passioni: cultura, scienza, politica. Ora non c’è più, lascia un vuoto. Resta il ricordo positivo di tutte le cose belle e importanti che ha fatto.

Carlo è stato un fisico di valore. I suoi contributi più rilevanti , nella collaborazione col gruppo di Brono Tuscheck, a Frascati, sono stati nella realizzazione dei primi anelli di accumulazione, nei quali fasci di particelle accelerate  si scontrano viaggiando l’uno contro l’altro con velocità opposte; ADA e ADONE furono chiamati  due primi strumenti realizzati.  Oggi gli anelli di accumulazione costituiscono una delle vie principali per lo studio delle particelle elementari; il più imponente esistente è lo LHC dei laboretori del CERN di Ginevra.

Al di là  dei suoi meriti scientifici, Carlo è stato un grande intellettuale. La sua cultura era immensa, la sua umanità piena di fascino.

Si è occupato di didattica delle scienze. Ha diretto a lungo la rivista Sapere; i suoi editoriali sono brillanti, un esempio  di chiarezza e di rigore. E’ stato senatore della Repubblica, eletto come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano.

Una vita piena di impegni e di successi. Continuiamo, nei nostri limiti, il suo  lavoro. Facciamo in modo che il suo contributo alla scienza, all’educazione, alla politica, al disarmo,e al vivere civile continui a produrre cose buone.

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