L’enigmatico post del sindaco di Boretto, Massimo Gazza, ha dato la stura a più d’una perplessità. Aggiungendo confusione al caos. Mentre si vanno delineando i candidati segretari, espressioni di correnti o parte di esse, all’imminente congresso Pd, spesso la discussione sembra vivere più di social network che di sedi di partito o, vecchia nostalgia, di piazze aperte. Gazza l’ha buttata lì, tra il serio e il faceto: si candida anche lui, oltre a Manghi e Costa, col beneplacito della moglie. E giù risate e commenti a catinelle.
E’ ormai prassi consolidata (sdoganata anche da pezzi da museo come Ratzinger e Monti): si annuncia su facebook, ci si “confronta” sui social, si progetta la città dell’uomo cinguettando. Cosa aggiungano alle discussioni vere, che magari ci sono anche ed i confronti reali di cui purtroppo non resta traccia, questi web divertissement non è dato a sapersi. Soprattutto in un momento come l’attuale, dove ci sarebbe bisogno di presenze (non in rete) e sintesi originali. Estrema concretezza e decisioni rapide. Chiarezza e trasparenza estreme.
Sarà un caso ma l’ultima classifica Ocse colloca l’Italia ultima in lettura. Mentre si è tra i primi posti nello smanettamento internet. Facciamo allora un appello ai più o meno giovani amministratori e politici di casa nostra: sottraete tempo alla navigazione virtuale e dedicate il sottratto alla lettura. Perché il tempo perduto su facebook a scapito di Platone, Aristotele, Macchiavelli, Hobbes, Rousseau, Kant, Hegel e Tocqueville è tempo sottratto alla risoluzione dei problemi per cui siete stati eletti e siete pagati.