L'azienda ospedaliera universitaria di Careggi passerà da dodici dipartimenti a otto,. Meno quattro dunque, che verranno meno nei prossimi mesi. E,a testimonianza palpabile del cambio dei tempi, ci sarà la creazione, fra le novità introdotte dal nuovo piano aziendale, la nascita di un nuovo dipartimento medico geriatrico. La nota dell'azienda è chiara: non si tratta solo di un accorpamento, ma di una razionalizzazione del servizio e di una ridefinizione e miglioramento delle modalità di funzionamento “gli orientamenti e l’offerta nella gran parte dei processi aziendali”.
Il nuovo assetto prevede: dipartimento cardiotoracovascolare, dea, dipartimento medico geriatrico, neuromuscoloscheletrico e degli organi di senso, oncologico, materno infantile, dipartimento di anestesia e rianimazione e dipartimento dei servizi.
Ogni dipartimento sarà articolato al suo interno in ‘Aree dipartimentali omogenee’ (Ado), i cui responsabili affiancheranno il direttore nella gestione della struttura: “C’è un incremento di figure intermedie che aiutano il governo di questa macchina complessa” ha spiegato il direttore generale di Careggi Monica Calamai. “Rispetto a prima c’è più lavoro di squadra- ha aggiunto il rettore dell’università di Firenze Alberto Tesi -, anche se le responsabilità di ogni direttore di dipartimento rimangono le stesse”.
Tra i compiti spettanti a ogni singola ‘Ado’, quello di verificare “l’appropriatezza dei processi e dei percorsi di cura” e “snellire i tempi di decisione e di intervento”. Fra le novità, anche l’istituzione di una “direzione operativa”, con responsabilità sulla corretta gestione e allocazione delle risorse necessarie, oltre a delle “entità funzionali” (le ‘units’) che, secondo quanto spiegato dalla direzione di Careggi, riuniranno e coordineranno le competenze degli specialisti afferenti ai diversi dipartimenti. Inoltre il documento prevede anche centri di ricerca “per la valorizzazione dell’attività di ricerca clinica” e “centri di innovazione per la valorizzazione dell’innovazione tecnologico-organizzativa e di sperimentazione gestionale”.