Firenze – La pet therapy funziona. Sono noti da tempo gli effetti terapeutici dell’interazione con gli animali nei processi riabilitativi o nel supporto alla disabilità, al punto che l’ingresso in strutture ospedaliere di cani e altri animali domestici “cari” al paziente non è più unacommovente eccezione ma una formula la cui efficacia è convalidata.
Careggi è tuttavia la prima struttura ospedaliera in cui è stato avviato il primo progetto ufficiale di “terapia assistita”, che ha visto l’ingresso di cani niente meno che nel reparto di terapia intensiva, zona off limits per eccellenza. Avviato nel 2015 in collaborazione con la Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi della Regione Toscana, il progetto è stato presentato oggi 6 maggio nell’Aula magna del Nic (Nuovo Ingresso di Careggi) nel corso del convegno “Pet Therapy in ospedale: i nostri amici a 4 zampe ci aiutano”, interamente incentrato sul valore terapeutico della relazione uomo-animale in campo clinico.
La sperimentazione, che ha coinvolto 10 pazienti e alcune coppie cane-conduttore, ha dimostrato come anche in un reparto delicato come quello della rianimazione gli animali possano svolgere un ruolo importantissimo nel miglioramento dello stato mentale, emotivo e fisico dei pazienti, al punto da diventare preziosi co-terapeuti. Obiettivo del progetto, condotto dalle dottoresse Manuela Bonizzoli e Laura Tadini Buoninsegni, è ridurre lo stress del ricovero in rianimazione, incentivando esercizi fisioterapici spontanei come le carezze, utili ad agevolare lo svezzamento dalla ventilazione meccanica invasiva, particolarmente efficaci su pazienti molto ansiosi. Questo e non solo. L’esperienza di Pet Therapy, già avviata a Careggi nell’ambito del primo studio pilota nel reparto di Reumatologia, ha dimostrato l’efficacia dell’interazione con il cane nella riduzione del dolore cronico, nella mitigazione dell’ansia e nel miglioramento delle condizioni psicologiche dei degenti.
Ottimi i risultati anche in termini di socializzazione e compartecipazione tra operatori sanitari. Soltanto cani giudicati idonei in base a precisi requisiti comportamentali e sanitari possono prendere parte alle “sedute”, pianificate con cadenza settimanale e dedicate ai pazienti ricoverati nel reparto “Cure Intensive del Trauma e Supporti Extracorporei” diretti dal dottor Adriano Peris. Possono beneficiare della Pet Therapy malati coscienti o in fase di recupero della coscienza, con un interesse noto per gli animali. Le sessioni sono personalizzate: ogni paziente manifesta bisogni differenti, tanto emotivi quanto cognitivi, individuati dal medico in collaborazione con psicologi e infermieri.