Firenze – A quattro giorni dalla fine del mandato il Garante per i Detenuti Franco Corleone ha fatto il bilancio del suo mandato questa mattina in Sala Gonfalone assieme alla presentazione dei una ricerca sull’impatto della legge sulle droghe nelle carceri toscane.
Il convegno è stato aperto dal Difensore civico della Toscana, Sandro Vannini, e dalla Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Camilla Bianchi.
I lavori non ancora conclusi per la sezione femminile di Pisa; la seconda cucina per la sezione penale del carcere di Sollicciano; i lavori propedeutici per il Teatro del carcere di Volterra; altri interventi vari nel penitenziario di Volterra; la cucina per la sezione di Alta sicurezza del carcere di Livorno; la definizione del ruolo del direttore a San Gimignano; le infiltrazioni di acqua nel carcere di Massa; l’approvazione di cambio di destinazione del Gozzini, che potrebbe in futuro ospitare la sezione femminile di Firenze; questi solo alcuni degli argomenti trattati questa mattina.
Rispetto a tutti questi punti il Garante dei detenuti della Toscana prevede “ancora tre mesi di lavoro intenso”, mentre nel giro di poche settimane dovrebbe essere nominato il nuovo Provveditore regionale, chiudendo così l’incerta fase di proroga dell’attuale Provveditore.
Un convegno che arriva assieme alla notizia del trasferimento di un centinaio di persone di media sicurezza in luoghi migliori e più vicini a casa.
“Diciamo che la scelta dell’amministrazione penitenziaria – è quella di intervenire per cambiare la composizione dei detenuti cioè togliere quella che viene chiamata media sicurezza e far diventare san Gimignano un carcere solo di sicurezza. Questo pone alcuni problemi: tra i quali quello della territorialità della pena per le persone che provengono da altre persone e anche il problema dell’applicazione del principio del reinserimento ed il ruolo della comunità locale in un carcere lontano dalla città” lo ha detto il garante per i detenuti Franco Corleone parlando del carcere di San Gimignano.
“Le persone della media sicurezza sono un centinaio – ha detto Corleone – quindi saranno redistribuite nei luoghi migliori per loro più vicine a casa e mi auguro che queste 100 non siano sostituite da 100 persone di alta sicurezza, ma semmai d poche decine in modo da salvaguardare quella questione della capienza regolamentare che deve essere vincolante.
Corleone ha aggiunto anche che “persone che hanno ergastolo o lunghissime pene non possono stare in celle di due o in tre, in celle piccole. A mio parere occorre, proprio a San Gimignano, applicare il regolamento, la legge penitenziaria in modo che sia un istituto che allontana le ombre che si sono addensate negli anni e diventi un luogo di applicazione dei principi costituzionali”
Secondo il Garante per raggiungere questo obiettivo “occorre rendere completa la sezione del Polo Universitario, applicare le norme per cui siano luoghi di socialità, di studio efficaci. Che ci sia anche la sperimentazione dei refettori e anche sulle comunicazione ci sia il sistema di Skype e altre realtà possibili. Ci sono i problemi strutturali allaccio all’acqua potabile che sarebbe un risultato straordinario ed anche piccole cose di eliminare gli sgabelli e le bombolette a gas ed avere sedie e fornelli elettrici anche per ragioni di sicurezza. Questo può essere un segno di cambiamento su San Gimignano ma che può servire a dare l’idea che le carceri non devono essere un luogo a sovranità limitata e isolati dai contesti civili”.
Dalla ricerca condotta dalla Fondazione Michelucci su “Droghe , i danni certi. 30 anni di leggi punite. Gli effetti nelle carceri Toscane” viene fuori nel 2017 gli ingressi in carcere erano 2574, mentre gli ingressi per violazione articolo 73 dpr 309/90 ammontavo a 846, ben il 32,9% degli ingressi totali. Nel 2018, invece, su 2739 gli accessi in carcere per violazione dell’art.73 erano 849 pari al 31%. Riassumendo nella nostra Regione gli accessi per violazione dell’articolo 73 ( condotte relative a vendita, acquisto cessione e comunque detenzione di sostanze stupefacenti) siano un terzo degli ingressi totali come a livello nazionale, nel 2018 sono diminuiti un paio si punti percentuali.
“E’ un ricerca fondamentale da questo punto di vista segue quelle fatte dieci anni fa e successivamente -ha commentato Corleone -. Nel frattempo siamo passati dalla presenza delle legge oltremodo punitiva della Fini Giovanardi siamo tornati alla Iervolino Vassalli di 30 anni fa. Il carcere è sovraffollato solo per una legge. Nel mondo si sta discutendo e scegliendo anche altre strade forse anche per l’Italia è giunto il momento di fare questo”.
Sulla sua fine di mandato il Garante per i detenuti ha sottolineato come in questi anni siano state fatte molte cose e soprattutto costruito una cultura dei diritti per i detenuti
“La più grande conquista è stata la chiusura dell’ospedale psichiatrico giudiziario è una cosa storia straordinaria, una rivoluzione e questo dimostra che si possono fare molto importanti. Mi auguro che da qui a Natale o a quando sarà nominato il suo successore di potergli consegnare un cantiere aperto, ma anche con tante cose già fatte”.
Rispondendo all’ultima domanda dei giornalisti Corleone ha detto “è notizia di oggi che il provveditore per le opere pubbliche ha individuato la ditta per fare i saggi all’interno del carcere di Volterra per la zona dove si dovrebbe scavare per costruire il teatro. É importante che questa idea del teatro a Volterra non sia naufragata ma riprenda, i finanziamenti rischiavano di finire invece sono stati spostati in modo da essere salvaguardati. Ora – ha concluso – si può operare per progettare il teatro e poi passare alla realizzazione, non sarà un’impresa di pochi mesi ci vorrà un anno e mezzo o due, ma finalmente dopo 30 anni a Volterra possiamo arrivare ad avere un teatro”.