Carcere Pisa, detenuto si suicida, scoppia la rivolta

Pisa – Il casus belli, al di là dei modi di dire, è il suicidio dei detenuto che ieri notte si è tolto la vita nel carcere di Pisa. La rabbia e la disperazione sono montate come un’onda sulle ali della morte del giovane tunisino, 21 anni, che si è impiccato con i lenzuoli alle sbarre della propria cella, e hanno assunto la fisionomia di una vera e propria rivolta, che ha visto anche le fiamme sorgere da lenzuoli e cuscini, tant’è vero che gli agenti sono dovuti intervenire con gli estintori.

“non hanno neanche il piatto in cui mangiar” ha detto qualcuno dei parenti che, fuori dal carcere dove sono state sospese le visite, parlano con i giornalisti, ricordando le condizioni terribili in cui versano i detenuti. E, come semre, le guardie carcerarie, che ieri notte, per lameno tre ore, sono state “esautorate” dal loro compito dalla presenza e dall’azione di polizia in tenuta antisommossa.

“Chi perde è la politica”, è il senso delle parole del segretario generale del Sindacato polizia penitenziaria Spp Aldo Di Giacomo, che sottolinea come, per responsabilità della politica, la situazione sia ormai ingestibile e le guardie carcerarie “abbandonate a loro stesse”. 

La rivolta è durata circa tre ore, ed è partita poco dopo la notizia del suicidio del ragazzo, passate le una di notte. Una rivolta che sempre secondo il sindacalista, segna “un unto di non ritorno” nel delicato rapporto fra carcere, istituzioni e governo.

 

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