Firenze – Franco Corleone, garante regionale dei diritti dei detenuti, non ha dubbi: “chi deve decidere decida”. Sotto la lente, la costruzione del teatro stbile nel carcere di Volterra. Da decidersi anche in tempi stretti: infatti il rischio è che il finanziamento da 1milione stanziato a livello nazionale e che deve essere impegnato entro l’anno, sfumi. “Preferisco un rifiuto all’incertezza continua. Certo è che sul tavolo ci sono due progetti, entrambi fattibili, entrambi a basso impatto architettonico anzi, di recupero edilizio e valorizzazione, che rappresentano un’opportunità culturale enorme. Deve essere colta”, dice Corleone.
I due progetti, o meglio i due pre-progetti, sono stati presentati stamattina, martedì 11 giugno, nella sala Calamandrei del Consiglio regionale. Due ipotesi, una peraltro già nota che interessa i cortili di passeggio dell’istituto e che, ha rilevato l’architetto del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Pasquale Ametrano, prevede “scavi contenuti e una teca di vetro che non compromette la vista dell’edificio storico”. Su questa ipotesi però la sovrintendenza ha opposto un diniego, anche se “non in maniera formale”, ha spiegato Corleone. E allora? Ecco l’altro progetto, illustrato alla stampa anche attraverso la proiezione di slide e una simulazione appoggiata sulla “tavola, storica” della Fortezza che risale al 1400 e che nei secoli ha subito “notevoli interventi” alcuni dei quali definiti dal garante “vere e proprie brutture”, come le celle aperte, in gergo ‘cubicoli’, costruite intorno alla prima metà del 1800 lungo le mura difensive della Rocca Vecchia, detta anche Cassero.
Ed è proprio qui, sul bastione del Cassero che prende corpo il nuovo progetto del teatro stabile di Volterra presentato oggi. In una zona peraltro già risanata ad inizio anni Duemila e prevista di rinforzi. Il progetto prevede il recupero del camminatoio centrale, adiacente al muro e ai cubicoli, per realizzare un piano di posa sulla pavimentazione attuale, quindi “senza grande impatto”, e un palco sospeso. L’unico intervento che prevede di toccare la struttura, riguarda la costruzione delle tribune per circa 200-250 persone, che nel progetto sono pensate come “sagomate nelle mura storiche” ad un’altezza di circa 3,4 metri da terra e inclinate verso il piano di posa.
Adesso che sul tavolo ci sono questi due progetti, Corleone vuole risposte: “Il teatro arricchisce la bellezza del luogo, interviene sulla cultura e sugli spazi pubblici. Non ci sono motivi per continuare a non decidere”. Il prossimo passo, il “terzo atto” come lo ha definito il garante, sarà “incontrare la sovrintendenza, capire ogni perplessità e sciogliere definitivamente il nodo tra quale delle due ipotesi è la migliore”. “Siamo comunque in una Fortezza, lo spazio a disposizione non si può inventare” ha detto ancora Corleone seguito anche da Armando Punzo, direttore artistico Compagnia della Fortezza/Carte Blanche: “Il carcere di Volterra è cambiato grazie al teatro. Prima era tra i peggiori istituti di pena d’Italia. È diventato un luogo di sperimentazione e di opportunità importanti anche grazie all’appoggio che la Regione ha sempre dimostrato”.
A supportare l’iniziativa, su cui è stata lanciata anche una petizione sulla piattaforma gratuita di campagne sociali Change (costruiamo il teatro stabile di Volterra), anche Andrea Aleardi e Corrado Marcetti della Fondazione Michelucci, presenti alla conferenza stampa, che hanno ricordato l’importanza di “aprire il carcere alla città e la città al carcere”.
Ma Volterra e il suo teatro non sono le uniche iniziative su cui Corleone è impegnato. Per risolvere le “tante questioni ancora aperte in Toscana” tra cui la decisione, ancora non definita, di trasformare l’Istituto Gozzini, noto anche come Solliccianino, in casa delle donne, il garante ha annunciato un digiuno a partire dal 18 giugno prossimo: “Le risposte devono arrivare anche sulla questione della seconda cucina a Sollicciano, o su quella in sicurezza a Livorno”. “Volterra è ferma sulla paura di danneggiare strutture storiche. Vorrei ricordare che se si volesse creare una sezione 41bis in un qualunque carcere, non ci sarebbe sovrintendenza che tenga. Le scelte che si andranno a fare sul teatro stabile dovranno quindi essere motivate e convincenti” ha concluso.