Capannori (Lucca) – Coltivare funghi commestibili partendo dai fondi del caffè? Adesso chiunque può farlo a casa propria grazie a un kit che sarà presto in vendita. A produrlo è “Funghi espresso”, startup con sede a Segromigno in Monte, nata in seguito alla sperimentazione nella scuola primaria di Marlia e nella secondaria di primo grado di Lammari grazie al progetto “Dal caffè alle proteine” promosso dal Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori.
“Funghi espresso”, premiata negli scorsi giorni della Regione Toscana come una delle aziende più innovative, è stata inaugurata ieri (giovedì) dai due soci, Antonio Di Giovanni e Vincenzo Sangiovanni, assieme al sindaco, Luca Menesini, al coordinatore del Centro Ricerca Rifiuti Zero di Capannori, Rossano Ercolini, e all’assessore all’ambiente, Matteo Francesconi.
Il processo di “Funghi espresso” si basa sul principio del riutilizzo delle risorse, uno dei fondamenti dei “Rifiuti Zero” di Capannori. I fondi del caffè, dopo essere stati raccolti nei bar – hanno già aderito all’iniziativa 12 esercizi di Capannori e 5 di Torre del Greco (Napoli) – vengono utilizzati per la realizzazione dei kit di autoproduzione domestica. E’ poi sufficiente seguire le istruzioni riportate sulla confezione per ottenere dei Pleurotus Ostreatus, conosciuti come “fungo ostrica” o “orecchione”; si tratta delle terza specie di
funghi più commercializzata nella Penisola, che di solito viene cucinata gratinata oppure arrosto. Questa varietà risulta particolarmente ricca di proteine (8,17 grammi ogni 100 grammi di prodotto). Una volta che il substrato, composto da fondi di caffè e di micelio, avrà perso la propria ua produttività, potrà essere riutilizzato come compost per l’orto o per il giardino.
“Funghi espresso” è quindi una buona pratica ambientale; i fondi del caffè, infatti, anziché finire negli impianti di trattamento dell’organico, con un costo per la comunità, vengono riutilizzati. Si stima che i bar di Capannori producano in media 2 tonnellate di fondi di caffè all’anno.